Randagio in cammino 2di Cangelosi Calogero
Anno: 2025
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![]() Primo episodio
Là dove il sole sfiora le stelle ed il sogno svanisce tra la notte e l’alba si muove Randagio... col cane Ciuriddu ed il gatto Tabbaranu che non smette mai di miagolare ad ogni soffio di vento. Fra poco tra sogni e realtà si svegliano i ricordi più belli di una infanzia spensierata in mezzo alle campagne sempre fiorite e sempre accoglienti. Ricorda la dolce e buona acqua che scorreva da un cannulicchiu tra pietre e terra acqua di sorgente che rallegrava la mente ed il cuore. Ricorda la dolce e meravigliosa accoglienza della nonna sempre presente, quando la mamma era al lavoro: pazienza infinita e riconoscenza sempre da questo poeta randagio che ricama nel suo cuore infinite pazienze e dolci rimproveri: arriva mazzamareddu.(piccolo vortice). Ora per le vie del mondo, del suo mondo, con il cane Ciuriddu e Tabbaranu dolce gatto sempre in avanti, che salutava i topi che gli passavano sotto il naso stringendo trattati di amicizia duratura. ...Ed in una di queste sterminate oasi di pace, campagne, i fiori agrodolce invadono i pensieri e scintillano al sole. Randagio libero d’impegni e di pensieri rotola in mezzo ai variopinti colori e ricorda i suoi anni spensierati e la fanciullezza ingenua di chi mai avrebbe pensato di scrivere una poesia o quant’altro. I pini slanciati sembrano dormire al carezzevole raggio di sole mattutino che gioca cogli aghi e finestrelle improvvise. Il gatto Tabbaranu ogni tanto si separa dal gruppo e tra capitomboli e miagolii rende meno monotono il cammino verso chissà che cosa. E per dormire sono lontani le notti in mezzo all’aia tra i covoni di paglia e le spighe ammonticchiate: i ricordi più belli copiati da un passato sempre in movimento. Ormai ogni albero della sterminata campagna lo saluta per nome: e Randagio si muove tra incertezze ed acciacchi col peso della età e gli affanni. Ogni tanto dolori nascosti fanno capolino ed egli sorride alle stelle ed alla prima volta che, negli anni sessanta, si autonominò: il poeta randagio. Corre al vento senza fermarsi mai l’età ed un progresso che rischia di rovinare ogni più puro sentimento: ‘gli uomini in bottiglia’ , ritornano alcune strofe di poesie anni sessanta i proponimenti contro il male e la gioia di dare una mano amica a chi ne aveva bisogno. RANDAGIO ed ora? Cammina con un cane trovato in mezzo ad una strada, abbandonato e stanco: Ciuriddu l’ha chiamato ed il cane non si distacca più da lui. Il gatto Tabbaranu stanco di anni lo segue tra ricordi che accompagnano i giorni e le età della fanciullezza più allegra. Tabbaranu fino a quando? E di lontano una casa altri cani che fanno festa agli arrivati mentre un odore di buone cose arrostite si confonde con il profumo di gelsomino e con una fame arretrata. “A trasiri”, sorride una Signora dall’alto dei suoi sessant’anni, “Daniela mi chiamo e questo è mio marito Salvatore”. - Di nome e di fatto -, sorride e parla una voce da dentro lu dammusu e continua: “Assittativi”. Ora il vento rimbomba in giorni di feste e recital di poesie: grida festose tra valzer e mazurche e Randagio facendo presente che c’è anche il gatto ed il cane, si accomoda sotto la pinnata e stringe la mano ai presenti. |