Romeo, Ninna nanna, Ninna notte

C’era una volta, una piccola volpe dal pelo fulvo e gli occhi d’ambra, di nome  Frida. 

Rimasta orfana poco dopo la nascita a causa degli Esseri Umani, impegnati  in una delle loro tante, sanguinose guerre, che aveva trasformato la Foresta, un tempo pacifica e serena in terreno di scontro e lotta, rasa al suolo all’urgenza dalla battaglia, la bestiola in continua fuga, indifesa dinanzi ai quotidiani attacchi e alla ferocia indisturbata che regnava ovunque portando carestia e fame, aveva perduto ogni cosa, rabberciandosi alla men peggio, sola, in balia degli eventi. 

E di certo sarebbe presto morta per il freddo e gli stenti, se il provvidenziale intervento di un giovane militare di passaggio, non le avesse salvato la Vita ad un passo dalla fine. 

Trovata infatti una gelida notte da un soldato in sopralluogo, dentro il grosso tronco di un albero cavo, la volpe, debole e tremante, raccolta sotto la sua protezione era stata portata subito ben avvolta in una calda coperta nella vicina Caserma. Curata e nutrita da lui con pazienza e speranza, senza mai arrendersi allo sconforto ed alla rassegnazione neanche nei momenti più drastici in cui tutto sembrava fosse ormai ineluttabile, fino a riaprire gli occhi dopo trentanove giorni, fuori pericolo, e voltarsi intorno curiosa cercando di capire dove si trovasse. Finalmente salva. Ricevendo in quello stesso istante il nome di Frida.