Indietro

IL CANTO DELL'ALLODOLA

di Lercherich -

Anno: 2020
Prezzo: 10.00 €

image

Dalla prefazione di Fulvio Castellani: La poesia (è un argomento ormai assodato) vive di molteplici sfumature ed è tale se lascia un segno in chi la legge suggendone bellezza, armonia, emozioni e soprattutto eleganza.
Dico questo perché, accostandomi al “canto” di Lercherich, ho ascoltato un ritmo interiore abbastanza insolito nei tempi attuali a livello poetico. Ciò dimostra che lui segue un dettato decisamente suo, inconfondibile e al tempo stesso musicalmente unitario. Sul piano dei contenuti, il ventaglio di motivi è ricco di incontri e di riscontri sul piano dei sentimento, dell’ambiente, degli sguardi che vanno oltre il finitimo e che ci consegnano paesaggi e ricordi dal volto e dalla profondità unitari, tali da incidere non poco sul nostro animo fin troppo abituato, purtroppo, a leggere nella società soltanto invidie, egoismo, superficialità...
È stuzzicante, dunque, il suo dire: mordace all’occorrenza, canzonatorio assai spesso, critico nei confronti di una società senza un volto concreto e solare...
Usa parole calde, Lercherich, ritmiche, accentate e sonanti, talora anche desuete; comunque sempre evidenziando e mettendo in luce i rintocchi di un cuore vibratile che ama il gregge belante e che invita a guardare oltre senza lasciarsi abbindolare da false chimere e da specchi bugiardi.
La sua “allodola”, riesce così a salire verso l’alto “sopra i prati, sopra i campi / nello spazio celestino”... “sale, sale, poi si libra / a mirare l’infinito” e con il suo canto “par che dica: / Tante grazie o Gran Fattore!”
È un continuum di immagini, di sussurri, di messaggi, di collanti, di ponti che vanno oltre il certo, che suggeriscono nuovi spazi, nuovi orizzonti.
È la natura, in tale contesto, ad assumere il volto di primadonna; quella natura a cui tutti dovremmo guardare e che dovremmo difendere e che, purtroppo, siamo soliti dimenticare quando ne offendiamo la sua bellezza con dei rifiuti ingombranti di scorie micidiali, di plastica, eccetera, eccetera.
Lercherich ci parla del cancro che dilaga, di parole frivole, di “strade deserte / invase da bronchi* e vicoli tetri / coperti da muschi, / serrate persiane, / veroni cadenti, / sentore di tomba!”, di politica e di dibattiti nei media, di inviti da rifiutare: “Al richiamo di guerra, ai tamburi, / rispondete, o fratelli, di NO!”...
Uno dei motivi che mi ha spinto ad entrare nei perché della poesia di Lercherich è, dunque, la curiosità, il desiderio di gustare momenti nuovi a livello emotivo e l’invito ad amare la natura, il suo canto, il girotondo entusiasmante delle sue tante bellezze che rischiano di scomparire.


* Il Sempervivum bronco è una pianta persistente
che mantiene la vegetazione nel periodo invernale.