GOCCE DI RUGIADAdi Lombardi Wanda
Anno: 2017
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![]() E' un concerto che non evita nostalgie e malinconiche riflessioni sui perché di situazioni non gradite e che hanno lasciato il segno in un cuore sempre in sussulto e votato, comunque, a gustare suoni e quiete, dolcezze e sguardi rivolti verso l’alto ben conoscendo la fugacità del vivere assai simile all’alba che presto, troppo presto, si dilegua. Non evapora mai la bellezza, fragile e al tempo stesso intaccabile, della rugiada, dello scintillio intermittente delle sue gocce, di quei frammenti di diario che non conoscono l’odio e che navigano a braccetto con quegli attimi di infinito che vivono in Wanda Lombardi. Attese e voli leggiadri fanno il pari con la consapevolezza che “il tempo ha vinto la sua corsa”, ma che non è mai riuscito a cancellare la forza di una scrittura che gareggia a viso aperto con gli ostacoli da superare per non subire l’eco di un silenzio assordante. Sembra, a tratti, che Wanda Lombardi giochi a rimpiattino con il proprio Io e che usi con delicatezza un bisturi per riappropriarsi della luce, di un sorriso, di un richiamo che arriva da lontano e che riesce a ricomporre ondate d’azzurro intenso ancora in fieri nel suo cuore che rasenta i picchi delle Dolomiti e si rinnova all’“olezzo di resina e muschio”. E' una poesia, la sua, decisamente personalissima e che si fa leggere, e gustare, per la sonorità dei versi e soprattutto per quel profumo intenso di umanità ferita e di contemporanea apertura al sogno, al dialogo con la natura, con le tante sfumature del destino, con l’ascolto diuturno del respirare ondeggiante dell’aria, con la realtà di “parole strozzate, singulti / in richieste di aiuto”... Si tratta, pertanto, di un soffio fresco e vigoroso, di un gemmare elegante di tempeste inattese e di polveri d’oro; in poche parole di una poesia dagli esiti convincenti sui quali riflettere soprattutto per oltrepassare la siepe di quel silenzio che troppo spesso si impossessa di noi, confondendoci idee e certezze. |