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L'inverno che divampa

di Di Ruocco Vittorio

Anno: 2022
ISBN: 978-88-6932-275-4
Prezzo: 10.00 €

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«La parola pura del parlare mortale è la parola della poesia. L’autentica poesia non è mai un modo più elevato (melos) della lingua quotidiana. Vero è piuttosto il contrario: che cioè il parlare quotidiano è una poesia dimenticata e come logorata, nella quale a stento è dato ancora percepire il suono di un autentico chiamare.»

Martin Heidegger 

(In cammino verso il linguaggio

Ed. Mursia)

 

La poesia rappresenta, evidentemente, la forma d’arte più difficile da comprendere proprio a causa della difficoltà di sintonizzarsi con il linguaggio, portato dal poeta ad una dimensione lirica ed evocativa estrema.

 

Essa è paragonabile, allo stato nascente, ad un “vortice paralizzante” nel quale il poeta viene inghiottito durante la sosta della contemplazione, nel folgorante momento dell’intuizione, quando egli si offre privo di ogni barriera al fluire del tempo che in lui si arresta eternandosi, portando con sé l’Essere che gli si rivela.

 

La contemplazione (dal latino, contemplare significa attrarre qualcosa nel proprio orizzonte) è lo stato ideale della mente per cogliere o raccogliere l’insieme delle immagini fornite dal mondo in cui il poeta, come ogni uomo, è immerso quotidianamente. Tuttavia, la speciale capacità del poeta (a differenza del non poeta) è quella di riuscire ad ordinare, in maniera esemplare e massimamente evocativa, le immagini intuite sotto forma di linguaggio – quel linguaggio che l’uomo sperimenta quotidianamente e nel quale nuota e si immerge sin dalla nascita e di cui non può fare a meno.

 

Le opere contenute in questo volume nascono, appunto, dalla contemplazione del mondo reale, ri-creato alla luce della mia struttura emotiva e culturale. Le liriche sono, pertanto, frutto dell’incontro di immagini provenienti dalla realtà (sperimentata o immaginata) con la mia capacità, che è quella di cui ogni uomo - in diverso grado - è dotato, di tradurre le stesse in linguaggio poetico. 

 

Tuttavia, al di là delle mie brevi riflessioni, spontanee e senza pretese, sulla poesia e sul linguaggio che la caratterizza, credo che lo scopo ultimo del poeta sia quello di trasmettere al lettore, almeno in parte, le emozioni che gli hanno consentito di sperimentare l’estasi della poiesis o, almeno, l’illusione della creazione.

 

L'autore