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Il luogo dei perduti - La vita che rimane -

di Costantino Mariangela

Anno: 2021
ISBN: 978-88-6932-261-7
Prezzo: 8.00 €

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Dalla prefazione di Fulvio Castellani:
La poesia è, da sempre, un processo di emozioni e include la capacità di essere aperti ad ogni soffio di vento e di scelte ragionate sul filo di una realtà non sempre accattivante.Partendo da una tale verità storica, Mariangela Costantino ha dato vita e consistenza all’immagine della madre, ai ricordi a lei strettamente collegati, alle piccole e grandi verità che lo stare assieme creano (o hanno creato) momenti di luce intensa ed una lunga sequenza di passi e di energie memorabili.Ecco così che piccole e grandi verità ed esplosioni d’amore si impossessano dei versi, scorrevolissimi ed espressivamente tonificanti, creando e ricreando un concerto di momenti alti, di bellezza e di intimità.Ogni pagina è un piccolo-grande tassello di un diario e di un vissuto (o rivissuto) gioco di luci e di suoni, di amore e di fughe verso l’alto, verso quell’altro cielo che ora contiene anche i sorrisi della madre della poetessa calabrese che anche in questo caso mette in bella mostra il suo estro, la pienezza del suo vivere la poesia a tutto tondo...C’è amarezza nel suo discorso colloquiale (“Solo chiudendo gli occhi allargo la visione / il piccolo ritaglio d’infinito / dov’è illusione esistere”); c’è un senso di vuoto e di impotenza sovente (“Sono pietre i miei versi sotto la pelle aguzzi / retaggio taciuto del grigio verticale / di quelle nubi basse delle rugiade in grumi / nel folto della mente senza appello”); c’è, in pratica, un Io che rincorre l’ieri e lo rende vivido, lo accarezza, lo rinasce, lo riveste con gli abiti di una malinconia brillante...
Poesia, dunque, intensa ci offre Mariangela Costantino. Poesia che è luce, sostanza emotiva, rilettura di un passato legato alla ricerca di un raggio e di un abbraccio (“Forse non è concesso / a chi scava le viscere per trovarsi / un timido abbandono nel rifugio...”)...Questo luogo dei perduti diventa, in tal modo, un quadro dalle tinte cangianti e morbide, un piccolo-grande concerto di segni e di amore che si riappropria via via dell’ieri e che lo fa rinascere pur nella consapevolezza del vuoto che lo circonda e che comunque è rannicchiato nella penombra di una vecchia poltrona accanto alle tante virtù benefiche che un ieri il pane di un abbraccio dava anche alla tristezza e all’impotenza.Sono, in pratica, le sue poesie un amalgama di arcobaleni coloratissimi e di vuoti nostalgici. E tutto nel segno di un’armonia di fondo che avvalora ulteriormente l’ormai consolidata espressione espositiva di Mariangela Costantino.