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NEI GIARDINI DI SPAGNA

di Bonvicini Oreste

Anno: 2007

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Non sapere che itinerari
la sera il vento il cuore
sopra la pietra che si è fatta ombra.
(Souvenir, Giorgio Simonotti Manacorda)
 
 
 
Ci sono mete che si raggiungono all'alba come il risveglio dopo una notte di sogni torbidi e gravi, quando la luce filtra la cortina delle tende.
Ci sono mete che si oltrepassano smarrendo l'occasione di riconoscerle. 
Ci sono mete che non si raggiungono mai. E invano il cammino si affanna ripercorrendo il già percorso sui sentieri del tempo, invocando anche l'intercessione divina, aspettando la luce delle stelle indicarci la direzione.
Di tanti valori avevamo caricato il viaggio in Andalusia, meta raggiunta all'alba di una primavera che stentava a decollare, fredda ancora, con sbalzi umorali di pioggia e squarci di sereno e notti fresche o fredde e improvvisi rovesci, meta oltrepassata perché tutto concorre a far della Spagna di questi anni un cantiere dove il passato si annulla, nella frenesia di nuovi modelli economici che hanno nel consumismo quel desiderio di rivincita che la nostra esperienza ha maturato in decenni ormai trascorsi e di cui scontiamo l'amaro destino, meta irraggiungibile infine, l'Andalusia che scoprivamo sugli atlanti e sulle riviste, come di luoghi ritagliati in un universo sempre più artificioso, laddove tradizioni e cultura si confondono divenendo luoghi virtuali, artifici destinati ai curiosi e ai turisti frettolosi.