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I TITANI - Come ai vecchi tempi - Storia di giovani sognatori

di Massarotti Giuseppe

Anno: 2014
ISBN: 978-88-97902-76-8
Prezzo: 11.00 €

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Introduzione dell'autore: Perché parlare dei vecchi tempi nel 2013? Queste poche righe sono scritte con il cuore e con la mente rivolti al passato.
"Bei tempi" quando eravamo giovani, dicevano i vecchi lungo la Leia (il vecchio viale della stazione) fumandosi un puzzolente sigaro toscano in piemontese la sigala. Raccontavano della grande guerra in trincea e del loro ritorno a casa. Dei bombardamenti, pochi decenni prima, nella seconda mondiale. Poi la lunga ricostruzione.
Parole scontate, per un lettore non attento agli avvenimenti che hanno travagliato quei tempi.
Tempi d'oro, tempi duri e faticosi. Mentre i giovani cercavano di conoscere la loro identità futura, i loro genitori risollevavano con la forza del loro lavoro la Nazione dalle macerie della guerra appena trascorsa. Erano passati venticinque anni appena, ma le ferite non erano ancora rimarginate.
Venticinque anni sono nulla a confronto di una vita, eppure i nostri genitori con la forza del loro lavoro e con immensi sacrifici, hanno permesso alla mia generazione di vivere un'adolescenza serena e felice.
Le grandi fabbriche e le grandi imprese trainavano dietro di sé popolazioni affamate, sì, ma anche di lavoro. Anche noi a 14/15/16 anni iniziavamo a portare a casa la "busta". Se non volevi più studiare Ed vadi a travaje e basta parei. Vai a lavorare e zitto. Sia in Italia, ma in special modo in Piemonte, non vi era posto per i fannulloni. Alcuni compagni di classe facevano i compiti mentre seguivano le mucche al pascolo, già quando frequentavano le elementari ed altri facevano i garzoni in negozio.
Boscaioli e contadini, studenti e muratori, operai e falegnami, impiegati e geometri vivevamo insieme fianco a fianco, giorno dopo giorno questa ricostruzione, semplicemente con umiltà.
Non vi era la finanza pirata con i suoi falsi bilanci, ma solo lavoro reale e chi lavorava bene era ben visto e ben pagato. La Finanza era quella parola di cui i truffatori, con i loro illeciti avevano paura .
Il lavoro doveva essere fatto bene. Butie l' temp che dovi ma fa un bel travai erano le parole del capo. Se poi fasi prima, mei. Se fai prima meglio e magari scappava pure un piccolo premio.
Noi giovani di paese ci costruimmo in quei due anni il nostro mondo magico, ricamandoci addosso, giorno dopo giorno, i nostri segreti, le nostre delusioni, le nostre gioie, i nostri sogni, i nostri amori. Quel mondo magico e fantastico che si vede solo al cinema, ma che è stato vissuto realmente, in questo paese, ormai di periferia urbana.
Oggi è tutto terribilmente reale, freddo e anonimo. Non vi sono più i rii, ormai sotterrati da strade asfaltate, non vi sono più i lenti trattori e le mucche non vanno più al pascolo. Nei bar non vi sono più i juke box, ma assatanate slot mangiasoldi.
Come ex batterista sto sempre attento al tempo. Ho visto in questa vita un tempo sempre più vertiginoso e lavori sempre più brutti e malfatti. Dove è finita la bellezza e lo stile di quegli anni?
Il tempo cadenzato dell'orologio in piazza, forse, è l'unica cosa rimasta in un paese morto in una frenesia di un lavoro che non c' è più e una musica scomparsa, soffocata da computer assassini che uccidono il lavoro, la poesia e la canzone.
L'acqua nelle mani sfugge come le ore, i minuti, i secondi della nostra vita. Chi è riuscito nella vita a creare energia e migliorarsi sfruttando le proprie risorse d'acqua è stato bravo. Altri hanno disperso la loro acqua lasciandosela sfuggire tra le dita in una vita caotica e dissennata. Una vita persa in un silenzio vuoto, senza musica e i sogni della gioventù sono rimasti chiusi in qualche cassetto, nel loro cervello. Quante idee perse e non realizzate, per un egoismo estremo. Dal bene comune alla povertà interiore ed individuale. Unica alternativa? La solidarietà, cantando insieme per risollevarsi, come ai vecchi tempi, con la serenità e il lavoro. Solidarietà vista solo quando si è rimasti colpiti dal terrorismo, oppure nelle due alluvioni. Lì, in quei casi, in molti ci siamo rabboccati le maniche e altri dietro a noi si sono schierati. Ma bisogna attendere fatti tristi come questi per stare insieme?
Guardarsi intorno e vedere i ragazzi di oggi senza sorriso è come un brutto grigio in un quadro naif, solo tristezza e solitaria disperazione. Dai ragazzi, siate anche voi veri Titani nella vita e riavrete il vostro sorriso! Il vostro futuro!
Se la vostra vita sarà con la musica, sarete come in paradiso, in una condizione celestiale. Vedrete!