GRADUATORIA DEL CONCORSO LEGGIADRAMENTE

La giuria composta dalla prof. Giovanna Francese, dall'ass. Laura Guzzon e dal prof. Gianluca Cossari ha stilato la seguente graduatoria di merito della prima edizione del concorso Leggiadramente:

Sezione a tema libero
1° posto: L'acrobata di Codazza Cristina
2° posto: Scrittori a Venezia di Franco Revello
3° posto: Seme d'amore di Roberta Bagnoli
4° posto: Superbia e umiltà e Una fiaba in rima di Picollo Maria Teresa
5° posto: A Berlino di Giacomo Giannone

Menzione d'onore: Sogni spettinati di Fulvio Castellani, Tramp di Federica Sabbatini, Il canto della vita di Anna Pinzuti, Tanto umano dolor di Achille Caropreso, Clandestino di Graziano Sia.
Segnalazione di merito: A te onda di Salvatore Sibilio, Suol, sullo qual lo sol suol star sol di Luigi Emanuele Di Marco, Scialuppa al molo di Finocchiaro Grazia, Fino all'ultimo respiro (a Alda Merini) di Roberto Mestrone, Madrigale di deluso amore di Bonardi Gian Luigi.

Sezione a tema:
1° posto: L'avaro di Alessandro Bertolino
2° posto : La solitudine del poeta di Albertina Zagami
3° posto: Un'agognata vendetta di Serena Lo Giudice
4° posto: Al giovin dal forbito eloquio da un ameno poeta di vaghezza adorno di Mariateresa Biasion Martinelli
5° posto: Vorrei l'oblio di Leila Gambaruto
Menzione d'onore: Brividi di Elda Mari (Roma), Il compito di Umberto Müller, Lettera all'antica di Circo Carfora, Insolita giornata di Luigi Bernardi, Desolazione di Maria Chiara Coco.

Segnalazione di merito: Amore di Branda Caterina, Harry Potter di Rumbolo Luisa, Leggiadra… ndo di Andrea Figari, La flebile voce di Anna Maria Noto Cannizzo, L'ometto strano e il signore giocoso di Daniela Sias.


L'acrobata di Cristina Codazza

Posseggo ciò che più
ti sorprende

(in un impeto d'egocentrismo puro, vivace)

e mi sorprendo
acrobata (imprevedibile)
d'ogni singola parola-vertigine
come se ne cesellassi la sillaba

come se ne assaporassi,
voluttuosa,
(l'ignorabile) sémantique:

meta finale
del tuo ascolto affascinato,
(sprofondato forse)
nell'altalenare dei nostri sguardi
probi d'amore e di gioie inconsuete.

Poi rido
(ed incautamente svelo la debolezza)

di quest'acrobata
delle parole improvvisate,
morsicata e tentata
dalla tua venerazione.

Se lo merito,
spero,
mi siederai accanto
anche domani,

quando non avrò più parole
ma solo un lungo

(prevedibile)
sguardo.


Scrittori a Venezia di Franco Revello

Ed è già laguna: il quieto mare
agitato dall’onda dell’inchiostro
schizzato sin qui: cesello del nostro
umil pennino giunto al suo approdare.

E la poesia gondola pare…
libera dondola sfiorando il chiostro
di rime, oppur sciolta fende, col rostro,
acque nuove, evitando lo stagnare.

Infiniti i vernacolari ponti:
s’abbassa il gondoliere, ritraendo
il remo s’accosta a nuovi orizzonti.

Tra le calli i pensieri van crescendo
legandosi in versi, sprizzano fonti
poemi in gocce all’etere stupendo.

Venezia va spargendo
l’aria della sera: s’ode il violino
spettinare un libro sul tavolino.


Seme d’amore di Roberta Bagnoli

E’ un gemito
strappato alla notte
fiore reciso
che non potrà più donare
fragranza di dolce vita
lo stelo si piega
cede la corolla al vento
e complice il tempo impietoso
si sfarina nella pietosa terra
così nasce un nuovo seme
metamorfosi d’amore
che ha la bellezza del candore
e la pazienza di attecchire
anche nella zolla più arida
meraviglia sublime
che ha vinto la certezza della morte.


L’avaro di Alessandro Bertolino

Curvo l’avaro,
UGGIOSO, trasandato.
Lasciatosi alle spalle
il CIARPAME accatastato
nella stanza ANGUSTA,
FURTIVO esce di casa.

Le scarpe sono logore:
a ogni passo
una preoccupazione.

Chino sui suoi pensieri,
AGOGNA e BRAMA un rapido
moltiplicar di banconote
ed eccolo nel quotidiano
delirio di VENAL miraggio
contare, calcolare:
la ritenuta, l’interesse,
i Bot, la banca, il due per cento…

Vaga nervoso,
BLATERA e borbottando,
di tanto in tanto si sofferma (è gratis)
davanti alle vetrine e sbotta:
“Ladri, rapinatori, cani!”

E i suoi parenti, già pregustando
il cielo TERSO d’un futuro AGIATO
senza scomporsi contano i giorni,
sfregandosi le mani.


La solitudine del poeta di Albertina Zagami

UGGIOSO cielo CERULEO.
OBLIO nella sera
il poeta va cercando.
Vuote le mani,
MADIDO il volto,
sfidando il vento angoscioso
lento s’inerpica
nell’ARDUA salita.
Ombre FURTIVE,
FLEBILI lamenti cadono
nel singhiozzo della notte
che avanza.
INEFFABILI fiabe d’amore
scivolano tra gli alberi
e REPENTINE
si sciolgono
nella vastità del tempo.
Annaspare nel vuoto,
AGOGNARE la morte,
ultima PANACEA
ai VESSANTI rintocchi del dolore.


Un’agognata vittoria di Serena Lo Giudice

Quella ZOTICA della mia collega
né con me, né con nessun’altra lega
ha un’innata INDOLE al violento comando
e nessun consenso va conquistando.
Abbiamo sempre una CATERVA di cose da fare
ma sempre io me ne devo occupare!
AGIATA, consegna i compiti ai direttori
ricevendo complimenti ed onori.
Se mi ribello finisco a litigare, ne sono certa,
con me bisogna sempre stare all’erta
ho REPENTINI sbalzi d’umore
e inizio a battermi con furore:
se la mia dignità è lesa
comincio a fare l’offesa!
Ma oggi con SAGACIA mi sono ribellata
appena in ufficio sono arrivata:
mi è venuto il GHIRIBIZZO di organizzar la vendetta
per quella BECERA da antipatia affetta.
Nessun timore di finire nei guai
in un RECONDITO luogo un temibile alleato agguantai
FURTIVA, svolsi il mio dovere
che salti e urli che fece, dovevate vedere!
Una piccola lucertola nella sua borsetta, chissà come, era finita
Ora sì che la strega si è ammutolita!


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