Ferrero Fulvio:
nato a Torino. Ex di quasi tutto, ex- chimico, ex schermidore, ex alpinista, ex giovane. Ama la poesia, russa specialmente, adora Queneau e giocare con i versi . |
Con Carta e Penna ha pubblicato:
CENISCHIA E MORIANA |
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Dalla premessa dell'autore:
Primo Levi è lo scrittore che preferisco, una delle mie radici. Al Museo della Resistenza, lo vidi ritratto con lo sfondo del ghiacciaio delle Evettes: anche lui in Moriana e nel periodo della foto ero negli stessi luoghi! Adoro il libro "Sistema periodico", racconti legati ad un elemento chimico. Mi avvince sempre il racconto del "Carbonio". Quest'ultimo marcò il mio mestiere d'alchimista, quando ebbi la sorte di manipolarlo nei polimeri. Era solo materia inanimata. Mi coinvolge soprattutto perché ricomincia senza sosta il ciclo tra anidride carbonica, calcari e la materia vivente. Negli anni '90 incominciai a scrivere ricordi d'escursioni. Per affinità (od imitazione di Primo?), volli dare loro il nome di un fiore alpino. Narro trentacinque anni di gite sulle montagne sorelle della bassa Val Susa e della Haute Maurienne. Qui ne riporto alcuni con poesie. Sono grato a Silvio che me le fece scoprire. Mi fece assaggiare, "la carne dell'orso" come il Sandro del Ferro ed imparai a superare pericoli, paure non solo sulle pietre e sui ghiacci. Le cime sono ormai irraggiungibili. Pensai che avrei sofferto molto, mi sono adattato, è la regola della natura.
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BUONA SOPRAVVIVENZA |
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In Buona sopravvivenza l'autore ferma attimi e luoghi in punta di penna e con immagini suggestive e particolari... poesie e fotografie dedicate a una Torino da osservare con attenzione e un po' più d'amore.
Il Simbàal
Nelle mani, il valzer delle bacchette,
"Kalinka",
col profumo del viburno,
echi di cavalli dalle steppe.
Non suona
per noi Sadkò,
nella via dei mercanti.
Sorride assorto
per la storia di qualcuno.
Fiabe antiche, d'antichi cantori.
"Solo per
tre pesci d'oro
e la figlia del mare ".
Il simbàl echeggia nel
passeggio svagato,
la muffa del cuore.
Ma la musica,
il sogno si libra dolce.
"Solo tre pesci, solo tre pesci
dall'abisso indorato".
Miraggio d'un mare.
Dedicata al rumeno che suonava il Simbàl in via Garibaldi.
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UN AMICO MI DISSE |
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Un amico mi disse: "Difficile non è scrivere, ma continuare a sognare".
Ispirazione
Vorrei scrivere versi senza metafora,
né luoghi comuni, frasi abusate.
Ché la musica scorresse
senza trucchi dalle parole
od ingabbiata dalla nenia o dalla rima.
Sarei un gran poeta
che contempla e scrive nulla.
Ancora ai Murazzi
Sì, ancora all'appuntamento
con quella distesa che scorre,
s'increspa,
si spiana il mio cuore
nella corsa del fiume.
Sì, ancora un gabbiano.
Lui passa impertinente,
grida roco e vola lontano.
4 novembre 2008
Ti tenne la porta,
ti fece passare.
Lo guardasti dritto negli occhi,
stupita, umiliata, risentita.
Per scherno, pensavi.
Nel paese del KKK,
croci sinistre ancora fiammeggianti,
eri un fantasma,
trasparente,
uguaglianza di carta,
per convenzione di leggi.
Non potevi capire.
Nell'America che non amo,
eppur mi sorprende,
hai vinto anche tu,
figlia abbronzata
della Carolina del Sud.
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CARBONIO |
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Poesie ed immagini si alternano in questo originale libro e si completano:
Fiori di Marzo
Gialli squilli di primavera,
ristoro dal turbinar del vento,
seduti su un tronco,
risucchiati dallo sgorgo della sorgente
come il canto di passeri,
nella borgata,
quattro case,
là,
dove si scioglie il bosco.
Poisaton 2007
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Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
INELUTTABILE MODALITà DEL VISIBILE - ULISSE |
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Là a guardare,
solitudine ad odorare il mare.
Le onde che sbattono,
sciacquano negli antri della scogliera,
la rema sfrenata schiuma sulla rete scaltra,
superba e derisa.
Non ghermì il mondo,
lo perde chi lo brama.
Galleggiante bruno annodato
tra rigurgiti dell'onda,
marame reietto d'oltretomba,
sdiluvio di plastiche, alghe
nafte, bidoni, ricci, valve,
ferraglia rugginosa,
scialbore verde scheggiato del vetro
e bolle di schiuma, lordure
fetore crudo e salsedine
gridi, lamenti d'uccelli,
per l'occhio spiaggiatore.
Mare, sera di Sicilia
sciabordante sulle murate
l'acqua striscia sulle sentine
e stantuffi martellano il tempo
nell'oracolo rotante di radar
della fame ruffiana.
Una sirena lontana,
canta alla luna la ballata dell'Orca,
sfumea di viola Scilla e Cariddi.
Dedicato a Orcynus Orca |
Per contattare direttamente l'autore scrivi a zendefol@gmail.com