SIAMO DIVERSI |
Siamo diversi, ci contan sulle dita: le nostra mani prive di cellulare. Camminare in silenzio, guardare avanti a sé e magari pensare.
Non saremo degli extraterrestri scesi in terre di tecnologie, col pericolo d'esser scovati?
Difenderci... difenderci.. nascondere... nascondere questa diversità! |
QUESTA IMPROVVISA GIOIA |
Questa improvvisa gioia, che vuote ha le sue mani da un logico perché, forse nel rallentato passo fra sentieri di vita, mi è venuta a svegliare:
una piccola gioia a spronare l'arresa mia corsa, a fornirmi le ali per volare al di sopra del buio. |
MI RICONOSCERESTI |
Mi riconosceresti così triste col corpo stremato? Sarebbe ancora amore quel tuo sguardo o velo di pietosa tenerezza?
Tu non potevi attendermi, io non potevo seguirti. Da tempo non abbiamo notizie di noi: percorriamo sentieri diversi, solo foto per poterci guardare nel dissimile tempo che resta. |
LA VECCHIAIA |
La vecchiaia, classica malattia: molto spesso indolore, col passato tenuto in disparte, il presente a scorrer da solo e il futuro... oh, il futuro! Che stupida illusione!
Ma potremmo anche riderci su, iniziando a fare progetti, rincorrendo un'antica follia. La Morte impazzirebbe, ferma nel suo angolo buio in attesa di quel cedimento. |
NIENTE POSSIAMO CAMBIARE |
Niente possiamo cambiare: inutile pensare se avessimo o non avessimo fatto, poiché tutto era già predisposto.
Se credessimo a ciò, non ci condanneremmo a un futuro di dubbi e rimorsi. Lasceremmo questo nostro vissuto scorrere come libero rio, osservandolo dall'opposta sua sponda.
Sarebbe un tempo fatuo e rilassante ... se già non fossimo morti! |
QUANDO TORNERò OMBRA |
Quando tornerò ombra e ancora mi vorrete ritrovare, non cercatemi fra sfarzi e piaceri, non cercatemi nei frastuoni del mondo e neppure in ginocchio agli altari.
Cercatemi nel vento che fa vibrar canneti, cercatemi fra l'erba, la rugiada, nel nido di ogni rondine migrata, nei campi del sapere, ai piedi di ogni tronco, sull'onda, sullo scoglio.
Cercatemi fra eriche e viole e lì, sulle pareti delle vecchie mura, dove i ragazzi incollan poesia e, seppure imbrattando, lascian tracce d'amore. |
TANTO SCRIVO PER ME |
Tanto scrivo per me da non esser poeta. Se qualcuno potesse capire questi strani pensieri, io ne sarei onorata; e se un pigro cantore decidesse di tenerli sul becco per posarli sopra rami del mondo, sarei colma di gioia nel sapere che non sono morti. |
CHIEDERMI |
Chiedermi se potessi tornare all'inizio della propria avventura: vorrei lasciare al caso, ti direi, non spingere la sorte e chissà se ancora sarei qui davanti a una tazzina di caffé in compagnia di una domanda inutile dello stupido amico di sempre. |
VORREI |
Vorrei essere una calda coperta per avvolgere il tuo morto stupore. Vorrei essere tutto il bene del mondo per ridare fiducia al tuo cuore. Vorrei essere fedele tua ombra per restare legata al tuo passo quando vivi nei giorni di sole. |
LETTE LE TUE POESIE |
Lette le tue poesie nel silenzio, nel buio: quando l'anima ascolta.
La mia anima ti ha sfiorato una mano; ha percepito il sogno, la speranza e tutta l'armonia dentro il tuo sguardo, posato sopra un petalo del cuore. |
COSA SAREBBE |
Cosa sarebbe il mondo senza la poesia? "Stesso mondo" rispondi tu, che sul finale sempre ti addormenti. Allora cosa dire a quell'anime insonni che di notte hanno accesso alla luna? Che il lor tempo è sprecato?
No, la poesia non spreca mai il suo tempo: ogni tanto si ferma per tornare bambino. |
TORNA MIA PRIMAVERA |
Torna mia primavera, fiorisci, non guardare questa mia fredda luna, questa essiccata fonte. Sboccia per margherite, per rondini e campane, per risa in esplosione di vita in terra e mare.
Ignora la mia triste compagnia in cerca di una nota, di un suo verso, forse col tuo ritorno ritroverò il mio ramo, la mia foglia, forse ritornerò germoglio, rugiada e filo d'erba
e se stasera avvolgerò il mio corpo al tuo mantello certa mi sveglierò con la tua luce, come nel tempo di una verde serra. |
SIAMO ANIME PERSE |
Siamo anime perse in un campo di erbe rapaci, siamo teste chinate con le gole private di canto. Eppure siamo qua con vesti di valori e di speranze, tenendo passi fuori dal pantano.
È tutto ormai accettato, è tutto perdonato, sparita la vergogna un brindisi alla morte di coscienza!
Siamo acque inquinate in fiumi di denaro e d'apparenza, eppure sopra muschi di miserie spunta talvolta un'onestà velata.
Dissetiamo il suo gambo, facciamola fiorire, verde sarà la pianta ad ogni porta. |
SE IL GIORNO S'è NASCOSTO |
Se il giorno s'è nascosto piano piano e aperto ho il paravento a questo buio devo sentirmi lieta, soddisfatta! Ho visionato una parete bianca, un albero riflesso alla finestra, perfino un getto d'acqua di fontana, un tetto ed un camino, una strada vuota ed annebbiata.
Poi, stanca di viaggiare, mi sono addormentata dopo che un forte vento ha chiuso anche il portone principale. |
OGNI VITA |
Ogni vita danza dentro le menti, ci trasporta nei cieli e poi verso gli abissi.
Distribuisce l'ira e la costanza, soddisfazione e noia, colori sfolgoranti e immagini sfuocate.
Così viviamo senza badare agli ospiti del giorno e ci sentiamo vittime e ci sentiamo soli in questa giungla allestita in proprio.
Ma se per me la vita spesso resta impigliata nella tela, sovente salta il fosso, sparisce, si tramuta poi ritorna, mentre l'attendo, con la paura d'essere lasciata, allora è un'altra vita.
Non so... se vita vera. |
VENITE PURE |
Venite pure, anime vaganti, se ancora avete sguardo sulla Terra! Non abbiate timore di questa casa della confusione, io spegnerò ogni suono per calarmi nel vostro silenzio.
Voi fatevi ascoltare, eterne in noi radici a respirare con il nostro fiato, mentre ci accompagnate nel silenzio degli impervi sentieri, verso inverni di lunga durata. |
VOLEVO RACCONTARTI |
Volevo raccontarti la mia storia, tenerti segregato alla mia culla come se fossi terra e tu il mio fiore.
Volevo esser guardata da quei tuoi occhi complici d'amore come se fossi d'api la regina.
Ora che pure tu cerchi possesso, entrando a forza dentro la mia storia, io innalzerò un muro di silenzio, le delusioni spingerò alla porta.
Ognuno col suo volo e la sua strada. |