Mestrone Roberto:
nasce a Udine nel 1946. |
Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
L' ULTIMA ESTATE |
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Scende la neve e sfiora, coi suoi fiocchi,
il viso tuo che al sole, solo ieri,
con un sorriso mi rapiva gli occhi
e riscaldava gelidi pensieri.
Una campana alzando i suoi rintocchi
carezza, mentre parti, i desideri
lasciati su una strada senza sbocchi,
che muore dove iniziano i sentieri
di fragili illusioni sgangherate
appese al mio aquilone che ora giace.
Mi manca il caldo abbraccio dell'estate
con te vicina, e questo amor fugace
rincorre, sulle spiagge addormentate,
i sogni di due cuori senza pace.
LA NOSTRA SPIAGGIAComplice luna, il tenue tuo chiarore
par suggerire, alla compagna schiva,
di abbandonar lo scoglio del pudore:
la brezza del piacere la ravviva,
mi stringe a sé, si tuffa dentro il cuore.
Quando l'ultimo abbraccio giunge a riva
con l'onde ardenti ed ebbre dell'amore,
son caldi, come panni all'afa estiva,
i nostri corpi... e tace la riviera.
Carezzo dolcemente i suoi capelli
che tingono d'argento la mia sera,
li cingo come fragili gioielli,
poi sfuggono a una coccola leggera
sciogliendo al vento i riccioli ribelli.
SOSPIRARE INSIEMEOcchi color del cielo,
lampi di tenerezza
celati sotto un velo
dipinto di tristezza.
Quanto ti voglio bene
lo sa solo il mio cuore
che scansa le sue pene
sconfitte dal tuo amore.
Ho chiuso amare pagine
coprendole d'oblio,
scomparsa è la voragine
aperta da un addio.
Ora dolci pensieri
cavalcano un incanto:
in me sei nata ieri
e già ti sogno accanto
che abbracci con passione
il corpo mio che freme
cogliendo l'emozione
di sospirare insieme.
UN FASCIO DI TRISTEZZANon l'ha inghiottito il fuoco del camino,
sul tavolo il biglietto ancora giace:
'' Ti lascio!....” Fu la fine, e quel mattino
conobbe il triste esilio la mia pace.
L'odor della tua pelle, come brace,
tien vivo il focolare dentro il cuore
che scende nel silenzio, e il corpo tace...
scalando un'altra notte senza amore.
Nel fiume amaro e in piena del dolore
annega la gaiezza ch'era in festa:
del soffice cespuglio di calore
un fascio di tristezza solo resta.
Mentre rovisto dentro l'ampia cesta
dei miei ricordi sento che la sera
con una brezza dispettosa arresta
il passo alato della primavera...
E con quel vento fugge la chimera
d'incatenar la mano del destino
ergendo ai folli inganni una barriera
e stringere il tuo corpo a me vicino.
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