Calvani Antonella: è nata a Montepulciano (SI) nel 1957, ma fin da piccolissima è vissuta a Roma, dove ha portato a termine studi classici, che hanno ispirato, ancora giovanissima, la sua produzione poetica. Per i lettori di Carta e Penna ha scelto le seguenti liriche: AUSCHWITZIn una valigia grande ho messo NEVICAGrigio, compatto, il cielo |
Con Carta e Penna ha pubblicato:
LACRIME DI CIELO |
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Dalla presentazione di Nunzia Gionfriddo : Leggere le poesie di Antonella Calvani è una gioia per la mente e per il cuore. L'eleganza del verso, la scelta delle parole e il loro suono e colore schiudono l'anima verso la solarità di immagini di piacere, ma anche verso la desolante profondità del dolore. Il vaso dal quale la poetessa attinge è quello, infinitamente ricco, della natura, dove ogni termine assume la forma dei suoi pensieri. Il tema, o lo sfondo se vogliamo, del suo mondo è proprio la natura e lo svolgersi delle stagioni, che crea il tempo della poesia, che non è lineare, ma ciclico e ripete le fasi del "cronos" del mondo greco: il cerchio gira, guidato dalle abili mani delle Parche, laddove Atropos tesse una tela ordita di fili che escono dal fuso di Ananche. Allo stesso modo il filo della vita si avvolge intorno ad Antonella, che come le dee, ordisce la trama del fluire delle stagioni, al suono del canto delle Sirene. |
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GUIZZI DI LUCE |
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Cara Antonella, leggo con piacere sempre le tue poesie e ne ricavo la stessa sensazione di serenità, anche se tra lazzi, battutine, sarcasmi e dolorose riflessioni. Dietro una apparente semplicità, sento un cuore che palpita, una ferita che sanguina, una donna intelligente che sa, o ha imparato a sorridere anche delle tragedie più devastanti, consapevole che è un sorriso, e solo quello, che ci aiuta a sopravvivere in questo nostro povero mondo. E così diventi sole, tempesta, autunno, primavera, notte profonda, giorno luminoso, per apparire agli altri quella che sei: una bambina che si nasconde in te e che emerge a tratti, quando la tua penna si concede serenità e gioia. Quando ciò non accade, o non può accadere, le lettere del tuo scritto si trasformano nei tuoi magnifici occhi che guardano dentro e fuori di te, dimenticando la tua voglia di ridere. Nunzia Gionfriddo SOLO CARTA E PENNA |