Spelta Massimo: ha pubblicato con Carta e Penna il libro intitolato LA VITA DEGLI ALTRI e la silloge poetica dal titolo NEL SILENZIO DELLA SERA.



Con Carta e Penna ha pubblicato:

NEL SILENZIO DELLA SERA

Copertina libro

Dalla prefazione di Fulvio Castellani: Se “non servono parole/nei viaggi della memoria” e se “vivere di sogni/significa arrivare/al traguardo della vita/con un sorriso”, è chiaro che l’io di ognuno di noi, e l’io di Massimo Spelta in questo caso, riesce sempre a fotografare se stesso e a dare consistenza non superficiale ai pensieri, alle emozioni, alle giornate che si susseguono fino al crepuscolo della nostra presenza sulla terra.
È quanto mai efficace il discorso poetico che fuoriesce da questa silloge, ben orchestrata e dal linguaggio modulato, interiorizzato al punto giusto e proteso a catturare sfumature psicologiche, transiti flautati, certezze confortevoli grazie anche alla fede, soprattutto alla fede nel Signore.
Emozionarsi leggendo le varie composizioni è giocoforza, dunque, sì, perché Massimo Spelta ha il dono innato della leggibilità e della profondità, del nutrirci di messaggi esemplari e di catturare a sé i valori fondanti del vivere umano.

Fulvio Castellani è scrittore, giornalista, critico letterario. Di cultura umanistica è stato iscritto per 35 anni all’Albo dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Si è specializzato in prefazioni, recensioni ed interviste, privilegiando gli incontri con autori emergenti e dando spazio alle voci nuove.

PRIMA DI NATALE, ADDIO

Copertina libro

Come ha fatto a non accorgersi di quello che stava accadendo? Questa è la domanda che in molti ci poniamo quando, all’interno di una famiglia “normale” si verifica un evento che arriva a riempire i titoli dei giornali e dei notiziari, televisivi e radiofonici.
Eppure, anche se sembra impossibile, è proprio così: non ci si accorge che quella persona che ti sta accanto ha una o più “sfaccettature” sconosciute che celano una personalità diversa, anche opposta, a quella che mostra normalmente in famiglia, con gli amici, con i colleghi di lavoro.
Un antico proverbio ammonisce che nemmeno dopo aver mangiato dieci chili di sale insieme, si può affermare di conoscere bene una persona e questo è il concetto portante del romanzo giallo che Massimo Spelta ci dona, con la sua consueta eleganza e delicatezza.
I personaggi si alternano nelle scene di vita quotidiana nelle quali possiamo trovare spizzichi della nostra e questo ci porta a leggere volentieri i capitoli che si inanellano, sino a dipanare la storia dell’omicidio di Paola con un colpo di scena inaspettato...

IL NIPOTE DI MONSIGNORE

Copertina libro
Abbiamo tutti la convinzione che "in provincia" la vita sia più tranquilla, che il male, la corruzione, la follia, siano prerogative delle grandi città, di quei luoghi dove è facile perdersi seguendo chimere e illusioni.
Purtroppo non  così... e le pagine della cronaca ben lo documentano: nelle pieghe della tranquilla vita delle piccole città di provincia si nascondono, meglio che altrove, i vizi che caratterizzano la nostra società, il nostro stile di vita, quello che noi oramai consideriamo "normale".
In questo romanzo Massimo Spelta ci racconta quel che accade a Cremona, una delle nostre belle cittadine di provincia, e le conseguenze che a catena si susseguono, muovendo i personaggi di un racconto sempre più incalzante e coinvolgente che porta il lettore a girare la pagina per seguire la storia e conoscerne il finale
. L'autore, col suo stile asciutto e vibrante, sa coinvolgere il lettore intrecciando le vite dei suoi personaggi, rendendoli vivi, caratterizzandoli con pochi tratti ben precisi, smascherando in questo modo, quell'architettura del male che - purtroppo - gli interessi economici e di potere rendono sempre pi diffusa.
Luca, il nipote del Monsignore, avrà un compito molto arduo, che metterà in serio pericolo anche la sua vita, oltre che la carriera, il lavoro, l'amore. Mai banali le riflessioni che fanno da filo conduttore al suo operato e che lo porteranno ad agire seguendo il cuore e la coscienza.
Un'altra bella opera per il romanziere-poeta che instilla in queste pagine il suo io creativo, senza perdere di vista i veri valori dell'esistenza.

INSTABILI EQUILIBRI

Copertina libro

Dalla prefazione: “Sottili sono i fili / che tendono gli equilibri.” e l’equilibrio di questa raccolta poetica è dato dagli argomenti che Massimo Spelta affronta.
Sono argomenti a volte spinosi, come la ludopatia o l’alcolismo; o dedicati al ricordo di attimi di felicità indimenticabile, sempre un po’ velata dalla malinconia per la consapevolezza che quell’attimo è unico; o al dolore, fisico o morale, che crea un pesante fardello.
C’è sempre una grande riflessione nei versi di Massimo Spelta che osserva tra le pieghe della vita con sensibilità e rigore, senza lasciarsi prendere da facili entusiasmi e cercando con cura le parole per rappresentare al meglio le sue emozioni. Come ben espresso nelle note, l’autore non si esime dall’analizzare la realtà quotidiana, non indora i suoi versi per far apparire meno squallido quel mondo che ha perso - e sta perdendo ogni giorno di più - il proprio equilibrio, incurante del domani che si prospetta sempre più instabile ma cerca consolazione nella fede: “Quando ogni uomo imparerà / ad amare le sue croci / migliorerà la propria vita.”; nell’amicizia: “Amica mia, / ancora amo quel tempo / dolce e raro / sarebbe bello / poter ritornare.” o nell’amore: “Tu, / sei confusione / ed equilibrio / noi, / due immagini riflesse / nello stesso specchio.” e con la speranza: “Ma il pieno risveglio, / con l’accrescer della luce, / mi infonde la speranza / che un raggio di gioia, / allieti il mio giorno, / come da stella in cielo / ancora non spenta.”
Anche in questa silloge Massimo Spelta dà prova di una nuova maturità stilistica non comune e coinvolgente.

UNA TORTA PER IL COMMISSARIO

Copertina libro

L’ispettrice Camilla Vallesi è appena stata trasferita a Cremona e dovrà, sin dai primi giorni, divincolarsi tra ostacoli e complicazioni per riuscire a venire a capo e risolvere il caso di una sparizione, una morte accidentale piuttosto sospetta e il suicidio di un carcerato. Alla base di tutti e tre i casi: la passione, declinata in diverse sfaccettature. Con intuito Camilla trova in piccoli dettagli la pista giusta per risolvere gli enigmi e, per sua fortuna, mentre indaga, trova chi, rimanendole accanto e aiutandola, le fa riscoprire sentimenti che credeva di non riuscire più a riprovare a causa di una lunga relazione interrottasi bruscamente e che le ha lasciato non poche cicatrici. Anche in questo romanzo Massimo Spelta ci coinvolge nella narrazione con lo stile che lo contraddistingue, essenziale ma intenso, ambientando anche questa volta il racconto nella “sua” Cremona

IL PIANETA DELLE NORCHIE E ALTRI RACCONTI

Copertina libro

In questo nuovo lavoro Massimo Spelta si cimenta con un racconto che si snoda tra fantascienza e realtà. 

Un omicidio, all’interno del team che sta organizzando un’importantissima missione di esplorazione dello spazio, rischia di mandare in fumo anni e anni di duro lavoro dell’équipe. 

L’escamotage di uno dei ricercatori fa sì che tutto proceda come stabilito ma... chi ha ucciso l’astronauta che doveva affrontare la missione interstellare?

Il commissario Nordio dovrà intervenire, investigare, mettere a nudo sentimenti ed emozioni dei protagonisti per scoprire chi ha fatto cosa e perché!

Nel frattempo, tra le stelle, viene scoperto un nuovo pianeta con usi, costumi e abitudini molto diversi da quelli della Terra e da queste scoperte nascono sicuramente degli importanti spunti di riflessione.

 

A seguire l’autore si è dedicato alla scrittura di alcuni racconti, brevi ma incisivi, che mettono a nudo qualità, vizi e virtù dell’essere umano. 

La caratteristica di questi racconti è la sintesi: “presto dentro, presto fuori. Niente indugi. Avanti.” come spiegava Raymond Carver ne Il mestiere di scrivere.

Ma sintesi non significa superficialità o approssimazione, anzi; riuscire a togliere tutto ciò che non serve, può essere d’aiuto per mettere meglio a fuoco un problema, una situazione spinosa e trovarne la soluzione.

Con questo nuovo volume Massimo Spelta prosegue nel suo lavoro di scrittore di gialli, in grado di dipingere con tratti sicuri, storie che, purtroppo, non esistono solo nella sua fantasia ma, come sentiamo da troppo tempo, accadono anche nella realtà, lasciandoci sconcertati perché non riusciamo a capire i motivi che portano a tanta violenza e crudeltà.



Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:

SENZA TITOLO

Quanto ancora
potrai resistere
chiusa in questa 
stanza.
 
Osservo avvilito
il tuo sguardo vitreo,
e il tuo corpo immobile
come questo luogo.
 
Il tempo scorre
lento e monotono,
mentre dalla finestra
entrano colori
e profumo violenti.
 
Sembrano due mondi diversi,
uno fatto di luce
movimento e rumori.
L'altro fatto di respiri,
mani e lenzuola bianche.
 
Seduto al tuo capezzale,
con l'animo annientato
attendo l'ultima lacrima,
che ti porterà via da me.
 
 
 
 

Una notte ho sognato…

In una stanza buia,
adagiato sul letto,
come perso nel vuoto
ho sognato un mondo misterioso
e inquietante,
popolato da ombre deformi
e uomini senza volto.
 
Pensieri nascosti,
figure scomposte,
mani senza colore,
sospiri lontani,
agitano il mio cuore timoroso.
 
Le ore incalzano,
i colori ritornano,
le paure svaniscono,
mentre la luna entra prepotente
dai vetri rotti e sbiaditi
della mia esistenza.
 
La notte scompare
tra i riflessi del giorno,
e io non posso più sognare,
perché quella luce
è un altro domani.
 
 
 
 

Un mare d'amore

Solo 
su questa spiaggia
assaporo l'alito del mare.
 
Se qualcuno potesse
infrangere il mio cuore
come queste onde.
 
Entrare prepotente
fin nella cavità
laddove si nascondono
i sentimenti.
 
Far scomparire la tristezza
come il mare
cancella le mie impronte
sulla sabbia.
 
Allora sarei un uomo felice
perché avrei trovato
l'amore.
 
 
 
 

Prima che io dorma

Sono solo nella stanza,
nella dolce notte,
oscura e profonda.
Sono lì che ascolto
ogni rumore.
Sento il sibilo del vento
che accarezza la mia pelle arida.
La luce fioca della luna,
illumina parte del mio viso,
segnato dal tempo.
Disteso sul letto,
leggermente assopito,
ricordo gli anni passati.
Prima che il sole sorga,
penso alle tante storie
che avrei da raccontare,
ma ormai,
sono come un libro vivente,
che nessuno più legge 
e nessuno sa ascoltare.