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Con Carta e Penna ha pubblicato:

QUATTRO POETI DA LEGGERE, QUINTO VOLUME

Copertina libro

Collana poetica curata da Fulvio Castellani
ISBN:  - Prezzo di copertina: 12,00 €.

Francesco Cannas è sempre stato attirato dalla poesia, sin dai tempi scolastici. Questa sua predilezione poi trovò sostegno e conforto negli incoraggiamenti ricevuti dalla sua professoressa di lettere. Lasciata la Sardegna nel 1958 si stabilì a Carrara dove ha proseguito negli studi ed ha lavorato, come dirigente, presso il Comune e dove tuttora risiede. Nel 1981 ha pubblicato un libro di poesie Punti fermi e oggi, libero da altri impegni, dedica gran parte del suo tempo a scrivere.

Wanda Lombardi laureata in Pedagogia, ha insegnato materie letterarie in scuole secondarie. Sin dall'adolescenza ha nutrito interesse per la scrittura ma solo in età matura ha affidato alla carta le sue sensazioni, le sue riflessioni sulla realtà in tutti i suoi aspetti. Per la sua attività poetica ha ottenuto oltre cinquanta premi e riconoscimenti in Italia e all'estero e giudizi di consenso da eminenti critici letterari. Fa parte di Accademie e Associazioni Culturali ed è presente in pregevoli riviste letterarie.

Cesare Nisi dal 1971 professore universitario a Urbino, dove insegna per circa trent'anni varie discipline dell'area pedagogica. Autore di articoli, saggi e traduzioni, ha pubblicato molti volumi di argomento socio-educativo e didattico. Alcune sue poesie sono state pubblicate nel volume Riflessi dalla Casa Editrice Pagine – Roma, febbraio 2015.

Davide Schieppati si è laureato in filosofia per seguire una sua passione; ha interrotto gli studi per un lavoro e una maggiore stabilità economica. Alterna momenti di intensa ispirazione poetica a periodi di studi autodidattici; l'ingresso in un ambiente di lavoro stabile l'ha portato a fare un "bagno di umiltà"; l'indipendenza personale, concretizzando il desiderio di riprendere in mano propria vita, lo porta a dedicarsi ancora più seriamente a ciò che ama fare davvero: scrivere.

IL CANTO DELL'ALLODOLA

Copertina libro

Dalla prefazione di Fulvio Castellani: La poesia (è un argomento ormai assodato) vive di molteplici sfumature ed è tale se lascia un segno in chi la legge suggendone bellezza, armonia, emozioni e soprattutto eleganza.
Dico questo perché, accostandomi al “canto” di Lercherich, ho ascoltato un ritmo interiore abbastanza insolito nei tempi attuali a livello poetico. Ciò dimostra che lui segue un dettato decisamente suo, inconfondibile e al tempo stesso musicalmente unitario. Sul piano dei contenuti, il ventaglio di motivi è ricco di incontri e di riscontri sul piano dei sentimento, dell’ambiente, degli sguardi che vanno oltre il finitimo e che ci consegnano paesaggi e ricordi dal volto e dalla profondità unitari, tali da incidere non poco sul nostro animo fin troppo abituato, purtroppo, a leggere nella società soltanto invidie, egoismo, superficialità...
È stuzzicante, dunque, il suo dire: mordace all’occorrenza, canzonatorio assai spesso, critico nei confronti di una società senza un volto concreto e solare...
Usa parole calde, Lercherich, ritmiche, accentate e sonanti, talora anche desuete; comunque sempre evidenziando e mettendo in luce i rintocchi di un cuore vibratile che ama il gregge belante e che invita a guardare oltre senza lasciarsi abbindolare da false chimere e da specchi bugiardi.
La sua “allodola”, riesce così a salire verso l’alto “sopra i prati, sopra i campi / nello spazio celestino”... “sale, sale, poi si libra / a mirare l’infinito” e con il suo canto “par che dica: / Tante grazie o Gran Fattore!”
È un continuum di immagini, di sussurri, di messaggi, di collanti, di ponti che vanno oltre il certo, che suggeriscono nuovi spazi, nuovi orizzonti.
È la natura, in tale contesto, ad assumere il volto di primadonna; quella natura a cui tutti dovremmo guardare e che dovremmo difendere e che, purtroppo, siamo soliti dimenticare quando ne offendiamo la sua bellezza con dei rifiuti ingombranti di scorie micidiali, di plastica, eccetera, eccetera.
Lercherich ci parla del cancro che dilaga, di parole frivole, di “strade deserte / invase da bronchi* e vicoli tetri / coperti da muschi, / serrate persiane, / veroni cadenti, / sentore di tomba!”, di politica e di dibattiti nei media, di inviti da rifiutare: “Al richiamo di guerra, ai tamburi, / rispondete, o fratelli, di NO!”...
Uno dei motivi che mi ha spinto ad entrare nei perché della poesia di Lercherich è, dunque, la curiosità, il desiderio di gustare momenti nuovi a livello emotivo e l’invito ad amare la natura, il suo canto, il girotondo entusiasmante delle sue tante bellezze che rischiano di scomparire.


* Il Sempervivum bronco è una pianta persistente
che mantiene la vegetazione nel periodo invernale.

IO E LA GOVERNANTE - I MIEI GIORNI DEL CORONAVIRUS COME LI HO VISSUTI

Copertina libro

La protagonista di questo libro, omonima dell’autrice, ama scrivere. Una scrittura che diventa terapeutica in presenza della pandemia che, ormai da mesi, ha messo a soqquadro il mondo intero.
La bolla luminosa, nella quale si era rifugiata, comincia a ingrigire con l’avvento del coronavirus, l’isolamento nella sua casa diventa una sorta di solitaria prigione. Lei continua a leggere libri, segue qualche programma alla TV, chatta con amici, risistema armadi, sperimenta ricette e comincia a scrivere in un diario il suo vivere e il suo sentire. Che altro fare? Condividere i muri bianchi del suo appartamento con una coinquilina, ad esempio. Nella sua casa entra così La Governante. Un rapporto iniziale non facile con una sosia speculare fisicamente, ma rigorosa e determinata nel rintuzzare ogni suo scoramento o tendenza a rinchiudersi a riccio.
Candidamente divertita, lei racconta ad amici e parenti che, l’essere spronata di continuo da questo personaggio immaginario, giova al suo quotidiano.
Ne è uscito un diario dove si parla di prigionia e liberazione, di giorni e di notti, di scoperte e di ricordi, di rapporti umani cambiati, di cancelli del suo amato parco di nuovo aperti.
Tra gag, risate e qualche lacrima, la storia scorre fino al 78esimo compleanno della protagonista, per poi ritornare al quaderno dalla copertina rossa, cioè da dove è iniziato l’incubo coronavirus, il 22 febbraio 2020.
Abitare da soli, in regime di pandemia, non è per niente facile e allora ben venga una Governante, rappresentata in copertina come una moderna Mary Poppins con tanto di mascherina; si è presa cura di me che bambina non sono, mi ha tenuto per mano come adulta restituendomi sorriso, ironia e facendomi scoprire il lato combattivo di me stessa.


Fosca Andraghetti è nata a Imola e vive a Bologna. Pubblica i suoi primi racconti negli anni Settanta/ottanta. Segue un’interruzione della scrittura ripresa poi nel 1998 con racconti, gialli, bonsai, romanzi e raccolte di poesie. Tra le sue pubblicazioni: “Quello che ancora non sai (2007 Ed. del Leone - romanzo)”, “Un padre in prestito (2009 Ed. del Leone - romanzo)”, “I colori visti dopo (2010 Carta e Penna - poesia)”, “Volevo scrivere (2010 Carta e Penna - racconti)”, “Dietro l’apparire (2011 New Magazine Ed. romanzo)”, “Dubbio (2013 New Magazine Ed. romanzo)”, “Io, Pru e una sfumatura di giallo (2015 Carta e Penna - romanzo)”, “Tienimi ancora per mano (2016 Carta e Penna - romanzo)” anche in e-book, “I nostri Anni così (2020 Carta e Penna - romanzo)”. Presente su siti Internet e riviste letterarie, ha ricevuto importanti premi letterari e recensioni su riviste.