Spallone Silvia:
è nata a Pietracatella, vive a Torino, è stata stilista di alta moda e, per passione, scrive poesie, dipinge olio su tela, acquerello e pastello. |
Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
LUCE |
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Un raggio di sole pallido
velato di grigio sui gerani rossi
sulla finestra di fronte
sul fiume verde che scorre a valle
case di pietre grigie
tortuose scalinate e terrazzini
ricoperte in parte di muschio
edera arrampicata
sulle ringhiere
di balconi in legno.
Di mattina
s'affaccia la vita nuova
alla finestra del mondo
ed è già mezzogiorno
il sole a picco indora gli alberi
dei viali mentre corrono le ombre
del vivere veloce
va via ed è già sera
e poi arriva il buio della notte.
Il tempoOgni tanto mi fermo e tu mai!
Di mattina per tirare su le tende
della nebbia che ingrigisce il panoramo
offerto dal balcone affacciato
sopra un lembo di fiume
per lasciare al sol sorgente
uno spiraglio di luce
ingrato sei che corri sempre
più veloce
non interessa a nessuno
dove vai, da dove vieni
ma corri in giro per il mondo
sei sempre uguale
per tutti noi del globo terrestre.
QUANDOCala la sera,
la luce del giorno
assieme al colorito orizzonte
va a dormire
s'accendono le luci
nelle case sparse qua e là
tra i pendii incolti
dal sole cocente.
Fame e sete di riposo
incerto per l'avvicinarsi
degli imprevisti temporali
ristoratori dei campi
e fiumi in secca.
D'ESTATEDistesi a riposare
all'ombra della secolare quercia
i contadini di un tempo:
al risveglio l'antico rito del pranzo
affettano con cura salami e formaggi
per unirli al pane fragrante
cotto nel forno a legna.
Un fiasco di vino
fa il giro dei bicchieri
allineati sul tavolo
intorno seduti su scanni
i pastori d'uno tempo.
LA VOCEAccarezza l'aria, i mesti segni
della muta parola
caldi e colti arrivano lenti al cuore
di chi attento li coglie
con amore gradisce, custodisce;
guardare lentamente
per leggere il volto delle persone.
Vedere e capire il tempo che svanisce
attimo per attimo
non ricorda più il passato
trovare ascoltare la voce colorata della natura
poesia dell'infinito.
IL SILENZIORimasto appeso alle pareti nude per millenni
dov'è ora distolto dai rumori insidiosi penetrati dall'esterno
dallo scorrere dei treni su rotaie sconnesse rugginose
dai tir sull'asfalto troverà loco tra la valle e la collina?
Per meditare sul futuro incerto del destino avverso
Non più silenzio appeso alle pareti
delle vecchie montagne.
LA PANCHINAA poche lire un
letto e una coperta
l'albergo dei
vagabondi sconosciuti
come lampada
un lampione della strada,
come tenda o separé
un albero sfrondato
il bidone è il suo camino
come bagno
la fontanella del parco. |