Bava Guido:
poeta, scrittore, commentatore e critico letterario, vive ed opera a Biella. |
Con Carta e Penna ha pubblicato:
VERS SENSA PRETEISE |
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Raccolta di poesie e racconti in dialetto piemontese
Elegante e raffinato, l’ultimo libro di Guido Bava intitolato “Vers sensa preteise” edito da Carta e Penna. Si tratta di un omaggio in versi che l’Autore intende tributare al Piemonte, la sua terra, dove risiede ed è conosciuto nell’ambiente letterario per le opere e gli studi di ricerca svolti in Val di susa ed in Valle d’Aosta, pubblicati nell’ultimo ventennio su alcune autorevoli riviste letterarie nazionali. Vers sensa preteise (Versi senza pretese) è composto di una prima parte in versi ed una seconda parte di racconti in prosa decisamente “poetica”. Le poesie rivelano i sentimenti dell’Autore per la famiglia, la Patria e l’amore. La “lingua” piemontese rende difficile la lettura dell’opera, ma chi riesce a comprendere ed apprezzare la raffinatezza dei versi, rimane affascinato dalla delicatezza dei sentimenti espressi con facilità e naturalezza. Si tratta di sentimenti elevati, un amore sconfinato per la sua terra e per la sua Torino, non scevro dall’amarezza causata dal tempo che scorre inesorabilmente in avanti verso un mondo sicuramente più evoluto, ma non sempre migliore. Mariella Savoia |
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LAPSUS CALAMI |
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"LAPSUS CALAMI", espressione latina che significa "sbaglio della penna" commesso cioè, da chi scrive, per distrazione. Questo è quanto riportato dal dizionario anche se, nel caso presente, non si tratta di vera distrazione dell'autore, ma del suo lasciare che la penna corra sul foglio per tradurre in parole pensieri e sentimenti ispirati da particolari momenti di intima concentrazione.
Luoghi, persone, ricordi del vissuto nei paradisi marini maggiormente cari e nella valle del cuore, veri e ineguagliabili scrigni di preziosità materiali e morali da sempre e per sempre, alla conoscenza dei quali l'autore intende portare il lettore con l'umile presunzione di riuscirvi... ma, senza disturbare |
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FANTASMI |
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Raccolta di racconti
La prefazione dell'autore a «Fantasmi» Se si vuole restare alla definizione di "fantasma" data dal dizionario e non preferire altre maggiormente fantasiose o scientifiche spiegazioni del fenomeno, occorre accettarlo come "immagine illusoria, priva di rispondenza reale, cosa inesistente, frutto di fantasia, chimera" invece, l'efficacia di una raccolta di racconti di spettri o fantasmi, come quella che si propone, si deve a quel "credere non credere" insito nella maggior parte di noi, quella certezza del "non esistono fantasmi" che ci fa affrontare la vicinanza di un cimitero di notte con una certa riluttanza o il canto di una civetta con un brivido. Retaggio di credenze provenienti da un lontano passato o prodotto di menti particolarmente fervide e amanti del macabro e della paura, fenomeno psichico o chissà che altro, il fantasma è e rimane il protagonista principe del racconto popolare di oggi, di ieri e di domani. Protagonista diretto di vari, inspiegabili incontri e attento e appassionato lettore e uditore di fatti altrettanto inspiegabili e paurosi, non mi sottraggo al gusto di proporre questo mio contributo al vasto panorama letterario inerente i fantasmi con il proposito sadico di generare qualche brivido e un minimo di apprensione nei lettori. |
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PIEMONTE IN FLASH - PRIMO VOLUME |
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Dalla prefazione dell'autore:
"Da più di una decina d'anni, collaborando con la redazione di "La Grinta" di Vercelli, offro ai lettori dell'eclettica pubblicazione, una serie di interventi su luoghi, fatti e personaggi della lunga storia del Piemonte e ai margini di essa. Si tratta di notizie l'argomento delle quali, per lo più, non trova spazio sui comuni libri di storia, o che vi è appena accennato, che ho inteso offrire nella sua pienezza arricchendolo di particolari tratti da classici ma anche da una letteratura locale spesso colpevolmente ignorata da troppi piemontesi . Con la pretesa di destare nei miei conterranei un minimo di interesse per le "cose di casa nostra" e per invitarli ad apprezzare gran parte di ciò che, ogni giorno, passa inosservato davanti ai loro occhi, ho cercato di adottare una forma distante dalla tediosità del testo scolastico per offrire una serie di informazioni attraverso flash interessanti e non impegnativi anche laddove, argomentazioni che presuppongono particolari tecnici, potrebbero distogliere l'attenzione dei più. Il Piemonte è una regione ricchissima di storia e di leggende, a testimonianza delle quali sopravvivono località, edifici civili e religiosi, fortezze e castelli o torri isolate riutilizzati o abitati dai fantasmi dei loro antichi proprietari, dei loro nemici uccisi, di Santi e di Eroi, una terra della quale andare orgogliosi , della quale vantarsi nonostante la riservatezza innata della nostra razza, nonostante il vezzo di esaltare le bellezze e l'importanza di altre realtà italiane e straniere. Terra di tesori artistici e culturali , terra dotata di aspetti naturali irripetibili e bellissimi, terra di gente forte, seria, caparbia e profondamente radicata alle proprie origini eppure aperta alla novità , all'accoglienza. "Piemonte in flash " intende essere un mio piccolo contributo alla conoscenza del Piemonte e, se sarò riuscito a indurre qualche lettore a prestare maggiore attenzione a ciò che la nostra terra offre, avrò raggiunto il mio scopo.
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BRICIOLE DI STORIA PONENTINA |
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Opera nata dalla passione per la ricerca, amore per la Liguria di Ponente, interesse per ciò che ne concerne la storia, le espressioni artistiche, il presente, raccolti in quindici anni di collaborazione con A FREGÜA da quando il caro amico "ingauno" Gianmario Siboni me ne offrì la possibilità. E poi Alassio, che ha un posto di primo piano nel mio cuore, nella mia anima per i tanti anni trascorsi nelle sue vie, sulle sue spiagge, nel suo mare da bambino a uomo fatto, a vecchio. E visi e ricordi di persone care scomparse, di amici irrimediabilmente perduti, di chi ha scelto altri lidi da tanto tempo come me, del resto, che ho voluto conoscere altre realtà portando sempre nel cuore, però, quella visione affascinante che appare svoltando dal curvone dell'Aurelia, a chi giunge da Albenga e che deve aver ispirato chi ha coniato il detto: "Alassio che innamora il sole" e chi ha composto quella canzone, assai più alassina, che cantavano gli amici del Pentallegro tanti anni fa.: "Cappelletta, Santa Cruxe, sei ciù belle de na vota…", luogo ogni volta più bello anche se, l'Alassio di tanti anni fa, quella che ho nel cuore, non esiste più e a me piace ricordarla così…
L'autore La Liguria rappresenta, per chi vive in Val d'Aosta, Piemonte e Lombardia, la "prima spiaggia", un luogo di villeggiatura facilmente raggiungibile e quindi un posto dedicato alle vacanze ed al riposo, ideale per rigenerarsi e fare una pausa, liberi dai frenetici ritmi quotidiani. Appena giunti in Liguria si apprezzano subito le bellezze paesaggistiche, un alternarsi di monti e colline che inaspettatamente lasciano posto a spiagge rubate alla pietra o simili a lingue di sabbia, come quelle di Alassio. Il villeggiante, preso dal paesaggio o dalla voglia di relax, troppo spesso trascura gli aspetti culturali e storici di questa regione ma, per fortuna, giunge in soccorso del turista distratto Guido Bava che, puntualmente sa mettere in risalto la storia della regione, le sue ricchezze e, non ultimo, i ricordi legati al suo passato, armonizzando con la sensibilità del poeta e la finezza del narratore, episodi di vita, aneddoti e ricerca. Si legge piacevolmente questa raccolta di articoli che inizia con un omaggio affettuoso e malinconico al padre, primo estimatore dell'Alassio antica. Si susseguono quadri di vita, ricchi di pennellate sapienti che ci riportano ai divertimenti semplici e genuini che hanno caratterizzato gli anni della gioventù dell'autore e, con un certo rammarico, egli si volge al tempo passato, a come si viveva in quegli anni, per lui spensierati, confrontandoli all'oggi ed alla grettezza che pervade sempre più l'essere umano. Questi suoi brevi mementi sono anche un modo, delicato e mai nostalgico, di fare "i conti con la vita", di tracciare un bilancio sul filo della memoria, ravvivato dai luoghi e dalle esperienze vissute. Piccoli appunti di "come eravamo" lasciano poi il posto a capitoli dedicati alla storia delle località liguri di Ponente. Ecco allora il ricordo della caccia alle streghe che vide Triora primeggiare tristemente nella persecuzione di donne innocenti, l'industriosità di Altare con l'arte della lavorazione del vetro che la rese famosa in Europa, il ricordo di Alfred Nobel che visse a Sanremo… tanti frammenti di storia messi insieme dall'autore con la precisione di uno storico e l'affetto di un innamorato. Donatella Garitta Direttore de "Il Salotto degli Autori" |
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PIEMONTE IN FLASH - SECONDO VOLUME - |
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Con questo secondo volume di Piemonte in flash Guido Bava ci regala altri piccoli cammei di storia e luoghi del Piemonte.
Gli argomenti trattati nei vari capitoli ci portano a spasso nel tempo, tra leggende, storia e curiosità locali: l'autore usa un linguaggio snello e coinvolgente e sa trasmettere il proprio sapere a chi legge in modo chiaro, senza inutili ostentazioni ma con la passione del ricercatore.
Emerge chiaramente, da questo saggio, che Guido Bava ha visitato i luoghi di cui parla, ha vissuto ciò che racconta e le sue ricerche sono effettuate non solo sui libri ma sul territorio ed è proprio il fascino della sua terra che lo ha portato a "confezionare" questi flash dedicati a luoghi e usanze quale omaggio ad una regione sempre un po' dimenticata anche se ricca di storia e protagonista in prima persona delle vicende italiane.
Auspico che il lettore possa far tesoro dell'esperienza e della cultura trasmessi con questo testo, al fine di poter apprezzare meglio, ad esempio, luoghi montani quali Fenestrelle, Sauze d'Oulx o la Valle di Susa oppure le leggende delle masche o quelle degli animali mitici o, ancora, i dimenticati tesori architettonici lasciati appassire per disinteresse o superficialità e chissà che, invogliati da tanta attenta osservazione, non s'impari a vedere ed apprezzare meglio ciò che ci circonda.
Donatella Garitta
Direttore de Il Salotto degli Autori
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PIEMONTE IN FLASH - TERZO VOLUME |
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Terza parte di un interessante viaggio, fatto di piccoli flash, per le strade del Piemonte.
Il primo capitolo è dedicato a: "Una corte dei miracoli a Torino"
Dall'opera di Alberto Fenoglio "I Misteri di Torino", edito da Piemonte in Bancarella ho tratto un interessante inserto: la rappresentazione grafica di quella che fu la "corte dei miracoli" di Torino. Prima di tutto occorre stabilire cosa si intendeva indicare con questo termine usato, peraltro anche a Parigi e in altre importanti città europee intorno al '700, si trattava di un quartiere malfamato che ospitava ogni espressione malavitosa e che era talmente pericoloso che neppure la polizia osava entrarvi.
Il perchè dell'attribuzione "dei miracoli" va ricercato nel fatto che, dopo una giornata di "lavoro" in varie forme di accattonaggio , rientrandovi la sera gli storpi camminavano speditamente, i monchi stringevano mani e dividevano i guadagni e così i ciechi e i muti che riacquistavano la parola mentre ricrescevano gli arti amputati. Quantunque oggi sia arduo ritrovare anche soltanto in parte la poesia di quel passato, ho provato a ripercorrere le strade odierne di quel quartiere con le vie rinominate, nei nomi conservati, negli edifici religiosi rimasti e nei particolari costruttivi di qualche edificio che, però, si trovano al di fuori. I limiti esterni erano la Via Dora Grossa, oggi Via Garibaldi, la Via d'Italia che è diventata Via Milano, la Contrada del Trincotto Grondona che è l'attuale Via XX Settembre e Via della Basilica che è rimasta tale anche se non arriva più a Piazza San Giovanni come allora. In pratica, in quel quadrilatero, si trovava un intrico di stradette e vicoletti al centro dei quali scorrevano acque putride e sui quali affacciavano edifici fatiscenti addossati gi uni agli altri e divisi da cortiletti pieni di ciarpame ed immondizie...
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IN VIS SEMPE |
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- Raccolta di racconti -
Dalla prefazione dell'autore: "Durante tutta la vita e, soprattutto da quando ho scoperto la mia naturale e facile predisposizione a tradurre i pensieri in parole scritte, mi sono ripromesso di dedicarmi alla stesura di un lungo racconto, una vicenda lunga più di settant'anni la quale, pur avendo il proprio svolgimento in quasi tutto il territorio nazionale, ne ha avuto (ha e avrà ancora, "se Dio l'vò") la massima parte in un luogo sacro per me come per tanti altri: Campiglia, in Alta Valle Cervo. Certo che coloro che vi risiedono oggi stabilmente o soltanto per le ferie od i week-end possono non trovarvi niente della bellezza di un tempo, infatti, oltre ad un indecoroso declassamento la colpa del quale va ascritta a centomila validissimi motivi, c'è quella di uno strano rilassamento di buona parte dei suoi abitanti i quali, pur lamentandosi della situazione penosa nella quale il paese sempre più si dibatte, altro non fanno che deplorare questo o quello riservando poi, nella quasi totalità, soltanto a casa propria le attenzioni che, tanto temo fa, venivano dedicate al paese..."
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I RACCONTI DEL PU |
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Come sia nato questo "PU" proprio non riesco a ricordarlo fatto sta ed è che, ormai sono Zio Pu per i figli delle mie sorelle Alba e Dada, per loro stesse, per mio cognato e per tutti coloro che così vogliano chiamarmi…e. allora mi pare logico presentare questo mio libro di racconti con il titolo maggiormente appropriato: I RACCONTI DEL PU vi si tratta, come è consuetudine nelle mie non impegnative opere di fantasia, di racconti morali che privilegiano sentimenti forse oggi un po' in disuso come se ci se ne dovesse vergognare, trattano di vanagloria, di amicizia, di gratitudine, di confidenza, di pentimento, di solidarietà, di Fede, di amore e rispetto per gli animali e la natura in generale.
Sono pagine di vita soltanto in parte frutto di fantasia, come sarà possibile riscontrare durante la lettura e, se riusciranno a commuovere anche soltanto un poco, avrò raggiunto il mio scopo.
L'Autore
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PIEMONTE IN FLASH - QUARTO VOLUME |
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Quarto volume della raccolta di scorci di storia, leggende e curiosità del Piemonte di oggi e di ieri.
Ecco alcuni titoli: San Valeriano nella storia e nella leggenda piemontese; Perché si festeggia San Giovanni Battista col fuoco?; Divagazioni ed ipotesi su note storiche del Castello di Reano; Entità fatate favorevoli e non, abianti laghi, fiumi e zone alpine e prealpine del Piemonte; Santuari Biellesi, espressione della religiosità delle nostre genti; La "fera"; Antichi e misteriosi riti e successivi utilizzi degli ipogei di San Germano di Ottiglio in provincia di Asti... ecc.
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RACCONTI PER QUANDO PIOVE |
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Una raccolta di racconti per trascorrere le serate uggiose...
Racconti fantastici si alternano a storie di "masche" e racconti ambientati sull'Isola d'Elba.
Dal racconto La gobba del signor Pilato" In ogni luogo di questo mondo penso che vivano strani personaggi anzi, in alcuni casi, la loro stessa esistenza diventa così importante da entrare a far parte della storia stessa ed è per questo motivo che voglio raccontare questa vicenda. Amante da sempre di piccoli paesi nella realtà dei quali si vive meglio che in città, acquistai una vecchia casa facente parte di un complesso che l’agenzia immobiliare aveva avuto il coraggio di definire “case a schiera” e, dopo aver speso una piccola fortuna, entrai a far parte della comunità. Devo dire che già durante i lavori avevo avuto contatti con i vicini e dovevo essere riuscito simpatico anche a quelli che mi avevano riempito di consigli che ero riuscito a digerire rispondendo con ringraziamenti e sorrisi anche quando avrei avuto tutti altri desideri e così, amico del sindaco e del geometra del Comune, cominciai la mia vita in quel di Lassagatto.
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ARSON SILLOGE DI POESIE PIEMONTESI |
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COL BEL SEUGN
Fermé col bel seugn
ch’a l’à dame l’ goj
da torné ‘n poch masnà
a core felice
con mama e papà
ant ore lontan-e
e mai dësmentià,
epura, ant ël seugn,
ij t’ yere nen ti,
mè amor, ma vita
e mè anfinì,
ancora da mnì
a ij ero coi temp
dle gioie, i dolor
e ancora lontan
i dì d’ nostr amor…
Corègio col seugn
e t’ buto cò Ti
per vivlo për sempre
con lor e con ti…!
I PASSARÓT E LA LUN-A
Tute le sèire, ansì,
volava l’ passaròt
vers ël pijolé dël nì
e, ant le boce slargà,
posava l’ verm
për pasié la gran fam
peui, na stissa
dla prima rosà,
colava ant ij bech
për calmé la gran sèit.
La prima lun-a vardàva
antànt che l’ silensi
ëd cola neuit,
coma ën càod linseul,
su d’ lor a calava…
NË SGUARD
Në sguard,
në slusié d’eui celést
përdù ant un gran cel,
mach në sguard
ch-a ven dal passà
sensa n’ nom,
sensa d’ parole
forse mach ëd amor
dësmentià
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... E IL MIO TEMPO PASSA |
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31 DICEMBRE
31 dicembre,
un altro anno è passato,
altri mesi, tanti giorni
assommati al mio tempo,
al mio, già lungo vissuto.
Stessi luoghi,
stesse e nuove persone,
a ripetere gli stessi atti,
le stesse parole…
Inesorabile passa il tempo
falcidiando cose e persone
e riducendo il mondo
di amicizie rare,
di genti appena conosciute,
di persone care…
Su me già incombe
l’ombra della sera
poi scenderà la notte
profonda, eterna e nera…
COME VORREI…
Il borbottare del fuoco,
i rumori del mondo
che scemano poco a poco,
soltanto il mio respiro
poi…il silenzio.
E vorrei perdermi
e, nel medesimo momento,
fuggire come davanti
ad un pericolo incombente….
Mi mancano gli echi
della tua esistenza,
il sentirti vicina in questa casa
ma tu non sei qui
come vorrei…!
E LA NEVE SCENDE…
E la neve scende
come polvere impalpabile
che tutto imbianca:
le strade, i tetti delle case,
i rami stanchi dell’inverno,
i cuori della gente.
Io, stretto nel mio angolo
dello studio,al caldo,
guardo ed il pensiero vola
alla gente vagabonda
e sola, in questo bianco
freddo, senza un tetto
e nessun che la consola.
Vorrei dividere il mio bene
con chi ciò soffre
e stare a lui vicino
ma troppi sono gli anni
che mi ha donato il destino
e non mi resta che il donar
qualche soldino …
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LA MIA PICCOLA PATRIA |
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Dalla prefazione dell'autore: Quando si ama un luogo come io amo questa valle, si vorrebbe che tutti lo apprezzassero, che tutti ne conoscessero i particolari e l'insieme, gli abitati, la gente, i tesori d'arte in esso raccolti, la storia antica dei Valìt, le nostre radici che, attraverso i secoli, hanno creato i presupposti del nostro benessere odierno. Rivolgo questo invito alla gente che cerca altrove uguali sapori, uguali bellezze e lo rivolgo specialmente alle nostre giovani generazioni valligiane affinché rubino qualche giorno al loro tran tran usuale per trascorrerlo nei nostri paesi per accontentare i loro vecchi e scoprire, forse, che ne valeva la pena.
Dal primo capitolo: PER "PISTE" IN ALTA VALLE CERVO E mi ci volle un bel po' per scoprire il significato di quel termine infatti dovevo imbattermi in quella di Tomati perché Manola Valz Polentin mi spiegasse che il locale antico mulino era "la pista", cioè 'na roua ch'a la pista", tradotto in "una ruota che pesta …" La ricerca degli antichi mulini della nostra Alta Valle si è dimostrata un po' difficile soprattutto perché essi fanno parte di quel passato che pochi cercano di ritrovare, quel bagaglio di informazioni che si poteva acquisire "chiedendo ai vecchi" ma quelli di parecchi anni fa perché, quelli attuali, ed è triste constatarlo, siamo noi. I mulini ad acqua sono senz'altro da considerarsi come il primo sostituto del lavoro manuale e, manco a dirlo, le prime notizie al riguardo ci portano in Cina, nel primo secolo a. C. dove già si coltivavano cereali per l'uso alimentare dei quali, si rendeva necessaria la frantumazione. L'uso in Europa viene fatto risalire al tempo dei Romani che, forse, lo avevano imparato in Palestina, sostituendo quello all'opera degli schiavi assai meno redditizia. L'uso in Europa si diffuse rapidamente dai primi anni del 1.000 d.C. per terminare poi con l'avvento dei motori a vapore agli inizi del 1800. Ovviamente l'azionamento dei mulini presupponeva una posizione presso corsi d'acqua dai quali si dipartiva una roggia in pendenza, munita di paratie per moderare o accelerare l'afflusso o per impedirlo e, dopo il mulino, l'acqua tornava al corso originale attraverso un altro tratto di roggia artificiale.
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PIEMONTE IN FLASH - QUINTO VOLUME |
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Ecco il quinto volume dei flash sul Piemonte; ecco alcuni titoli degli argomenti trattati:
IL LAGO DELL’ARCOBALENO
IL MIRACOLO DI LAUX
IL VILLAGGIO AFFOGATO
RISORGIVE O FONTANILI
BURONZO E ROVASENDA DAL MEDIOEVO VERCELLESE
CASTELLENGO
BANGHER, STORIA E LEGGENDA
I ROMANTICI MULINI AD ACQUA DELLA MIA VALLE
IL PARCO NATURALE “CAPANNE DI MARCAROLO”
L’ORO DI LAVAGNINA
LA VAL GRANDE
LA VAL VARAITA
LA VALLESA E IL SUO GIGLIO
LA VALLE DI ROCHEMOLLES
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Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
QUELLA STRANA NEVE DI PRIMAVERA |
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Da ore, ormai, stavo vangando il mio orto e cercavo di dimenticare la fatica farneticando come al solito, il pensare ad altro, infatti, mi portava assai più lontano ed io mi abbandonavo al sogno ad occhi aperti dimenticando il presente e lasciando che, soltanto braccia e schiena, continuassero il lavoro.
Quel giorno però, stranamente e pur in preda a strane elucubrazioni, mi accorsi di essere irrimediabilmente stanco e decisi di interrompere nonostante fossi quasi alla fine del pezzo che mi ero riproposto di completare e spinsi la vanga nella terra esclamando : “Adesso cara mia, se ne hai ancora voglia, finisci tu o..... fatti aiutare da qualcun altro io, per oggi, ho finito e vado a fare altre cose che siano meno stancanti per le mie vecchie membra .....”
Era la prima volta che interrompevo il lavoro ma, quel giorno mi resi conto di quanti anni pesassero sulle mie spalle e quanto lavoro fosse necessario per mantenere orto e giardino. Mi complimentai con me stesso e mi avviai lungo la scala fermandomi su ogni gradino per togliere erbacce dai vasi delle fragole, ottimo sistema per salire senza tanto sforzo. Giunto in cima, mi volsi e mi complimentai per quanto avevo fatto quel giorno e mi lasciai cadere su una panchina.
Non so quanto tempo mi ci volle per riprendere fiato ma si trattò senz’altro del tempo necessario al cielo per annuvolarsi, al sole per spegnere i suoi raggi , ad una leggera nebbiolina umida di stendersi su tutte le cose; mi affrettai verso il portico afferrando gli indumenti cittadini che avrei indossato in vece di quelli da lavoro.
Mi cambiai lentamente poi, altrettanto lentamente stesi i vecchi panni per farli asciugare e, a quel punto, mi venne in mente la vanga lasciata nella terra e decisi di andare a ritirarla per evitare che si arruginisse , uscii all’aperto e mi accorsi che sulla manica si stavano posando lievi e minuti fiocchi di neve. “ Che strano ... neve al principio di maggio ? Ma cosa succede ?", dissi ad alta voce e alzai gli occhi al cielo proprio nell’istante in cui i fiocchi si infittivano e, ognuno di essi, si posava sulla mia pelle come un ago di ghiaccio. Decisi che avrei lasciato la vanga al suo destino e tornai al riparo; l’atmosfera aveva assunto l’esatta veste invernale , le prime foglie sui rami si stavano imbiancando e così i tratti di prato, il tetto del forno e quello della casa di Miro; mi colse un brivido ed entrai in casa e il freddo parve seguirmi, invadere l’intero ambiente nonostante mi fossi affrettato a chiudere la porta dietro di me. Cercai carta e legna nel cassone e mi inginocchiai davanti al camino per accenderlo ma, nonostante i miei sforzi, non ci ruscii, pareva che l’aria gelata fosse scesa anche dalla canna formando una corrente insostenibile in casa. Decisi di uscire, di raggiungere l’auto e tornare in città ma, appena aperta la porta mi resi conto che avrei dovuto sprofondare nella neve con scarpe inadatte e allora pensai di rimanere e di accendere il termosifone e tentai anche quello senza riuscirvi, infatti non c’era corrente elettrica.
Cominciavo ad essere preoccupato e pensai di telefonare a mia moglie ma, telefono e cellulare non funzionavano e, sconsolato, mi gettai sul letto coprendomi con tutto quanto mi fu possibile trovare. Stanchissimo com’ero mi addormentai e non so neppure dire per quanto prima che mi svegliassi e, preoccupato per mia moglie, mi buttassi giù dal letto e mi precipitassi al piano inferiore..... Non era più freddo gelido e. la temperatura era, invece, quella solita del principio di maggio, uscii sotto il portico e guardai il giardino : niente neve, ma i segni dell’incipiente primavera. Scesi sul terrazzo e guardai l’orto: la vanga era appoggiata al tronco del susino, la vangatura era stata completata e, addirittura, la terra appariva rastrellata e pronta alla semina....
Allora, e soltanto allora, guardai l’orologio e vidi , incredulo, che da quando avevo interrotto il lavoro non erano trascorsi più di quindici minuti, il tempo della percorrenza della scala compresa la pulizia dei vasi delle fragole......
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