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Losco Giuseppe: nasce ad Asti nel 1975. 
Trasvolatore di colline a bordo di un minuscolo ultraleggero, esploratore di sogni altrui tra le pagine di confuse letture, motociclista distratto e cantastorie per difetto, nel tempo libero fa il vigile urbano. Questo è il suo primo romanzo.
Il dottor Jeremy sulle tracce di una misteriosa verità attraverso la Repubblica Ceca, l'Irlanda e l'Italia; il diario di una ragazza che si racconta e svela il segreto custodito tra le mura di un vecchio casolare; il cardinal Bibriesca e le lettere scoperte nell'abbazia di Cantalupo: tre storie si intrecciano attorno ad una memoria antica che vuole riemergere dal passato, una rivelazione privata.



Con Carta e Penna ha pubblicato:

UNA RIVELAZIONE PRIVATA

Copertina libro
Giuseppe Losco, nasce ad Asti nel 1975. Trasvolatore di colline a bordo di un minuscolo ultraleggero, esploratore di sogni altrui tra le pagine di confuse letture, motociclista distratto e cantastorie per difetto, nel tempo libero fa il vigile urbano. Questo è il suo primo romanzo.
Il dottor Jeremy sulle tracce di una misteriosa verità attraverso la Repubblica Ceca, l'Irlanda e l'Italia; il diario di una ragazza che si racconta e svela il segreto custodito tra le mura di un vecchio casolare; il cardinal Bibriesca e le lettere scoperte nell'abbazia di Cantalupo: tre storie si intrecciano attorno ad una memoria antica che vuole riemergere dal passato, una rivelazione privata.
Prefazione di Pier Carlo MASCHERA


Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:

CACCIA ALLA LEPRE

Quel suo gesto
che fermo
nell'aria scolpiva
forme frammentarie
e la pelle tesa
impastata di linee
la faccia che cotta
dal sole pareva
di terra.
 
Tra le dita curve
una sigaretta ancora
la cenere lenta
bruciava pensosa
mentre la bocca asciutta
tracciava parole rade
corrose dal silenzio
a disegnare paesaggi
grassi e tinte pastello.
 
Erano le memorie vivide
di una caccia alla lepre
l'odore del sangue
la vista dei denti
del cane abbaiare
al frastuono dei colpi
sparati e la corsa serrata
scandita dall'eco di voci
gridare tra i campi.
 
Quella sua voce
che debole
d'improvviso s'incrinava
e la mano incerta
a cercare il posacenere
dove soffocare il mozzicone
un altro sorso di vino
la testa piegata all'indietro
sulle labbra il dorso della mano.
 
Quel suo incedere
che fragile
sotto il cappello
di paglia lo spingeva
lontano lungo il sentiero
al limitare della vigna
quando scompariva
dietro i filari
dell'ultima cascina.
 

Ho alzato lo sguardo

Ho alzato lo sguardo
e ho visto distese
di fiori danzare
a perdita d'occhio
cullati dal tiepido
vento.
 
Ricordo la sponda
del lago e il profilo
dei monti vegliare
sui nostri timidi
baci.
 
La sera nel parco
suonavano lente
ballate, pareva
lontano quel flauto
confuso all'odore
dei pini.
 
Udivo i miei passi
tornando la notte
per strade deserte
tra case rapite
dal sonno.
 
Ho alzato lo sguardo
e ho scorto intera
la vita danzare:
le onde fugaci
del mare che muoiono
a riva.

Per contattare direttamente l'autore scrivi a glos75@alice.it