Santarelli Anna: è nata a Rieti e vi risiede. Ha svolto negli anni scorsi la professione di docente nella scuola primaria e attività di pubblicista. Attualmente è utilizzata nell’amministrazione scolastica. Ama l’arte, la scrittura, il trekking urbano e il viaggio inteso come esperienza dell’anima. Considera la poesia un percorso di vita, un ponte che unisce anime distanti.
Diversi i premi conseguiti nei concorsi letterari a cui ha partecipato. Si citano i più recenti. 
Nel 2019, 1° premio Concorso “Amori sui generis. Città di Grosseto”, sezione poesia singola; 
finalista Premio “Piersanti Mattarella”, Montecassino (FR), sezione poesia edita; 
3° premio Concorso “Equilibri”, Cava de’ Tirreni (SA), sezione poesia edita.
Nel 2020, per la sezione poesia edita, 2° premio Concorso “Il Litorale”, Massa; 3° premio Concorso “Universum”, Montesilvano (PE). Ha pubblicato sette raccolte poetiche. Le ultime, “La città e l’anima” e “Passi d’inverno”, sono edite da Carta e Penna. 



Con Carta e Penna ha pubblicato:

LA CITTA' E L'ANIMA

Copertina libro

Dalla prefazione di Fulvio Castellani: "Se la città di Anna Santarelli “si distende sulla riva del fiume” ed “ha strade strette / e case abbracciate nei vicoli”, lo stupore che accompagna la scoperta di altre piazze e di altri luoghi, di per sé magici e ricchi di bellezza, accompagna sempre la chiara visione poetica che contraddistingue l’Io creativo e la sensibilità innata della poetessa.
Cadenze e ritmi sincopati e mordaci tracciano, in tal modo, “percorsi di verità e di fantasia” che le parole rendono malinconici o struggenti, frizzanti o imbevuti di silenzi, amichevolmente abbarbicate alla memoria di un grembo ideale di sollecitudini, di ricordi, di dialogo, di radici sostanziose e di una danza vestita con i colori dell’autunno e non solo...
C’è un’eleganza espositiva non comune nei versi di Anna Santarelli, un ondeggiare festante tra i misteri delle stagioni del vivere e il segreto che racchiude il tempo sospeso e le storie del dopo...
C’è un concerto di “paesaggi d’anima” e di sentieri nuovi, di ritagli di realtà private e di soffi di vento che abbracciano i colori della sera talvolta venati d’inquietudine e talvolta, di riflesso, pronti a germogliare petali di luce, alfabeti di sogni, disegni che risvegliano anche aromi di stupori inattesi...
In ogni sezione dell’opera troviamo un invisibile, e allo stesso tempo palpabile, affiorare di istanti senza veli, incamminati pertanto in direzione di possibili sentieri e di verità che sottendono attese, accelerazioni, richiami a superare barriere, egoismi, insidie, marginalità...
È evidente che Anna Santarelli sa leggersi dentro e leggere, con altrettanta dovizia di particolari e di riflessioni, nel cuore della contemporaneità allo scopo di mescolare le carte a favore di una nuova comunità: una comunità che non guardi soltanto all’io e che ambisca a diradare nuvolaglie, “grigi marciapiedi”, “sguardi che non s’intersecano”...
Una poesia, questa di Anna Santarelli, davvero unica ed unitaria, dal calco ben marcato e dallo spessore contenutistico a dir poco imbevuto di serietà, di umanità, di passi generosi e collegati alla “radice che si fa fiore e frutto / seme che germoglia là ove / la terra è pronta ad accoglierlo”.

PASSI D'INVERNO

Copertina libro

Dalla prefazione di Fulvio Castellani: "Se grigio è il colore che intreccia via via il gioco delle ore e delle giornate, giocoforza le attese di chi è alla ricerca di un riscatto diventano momenti di confronto con gli altri nel tentativo di rompere l’assurda diversità tra l’essere e l’avere, tra chi naviga con il vento in poppa e chi deve srotolare un rosario di sofferenze e di sopraffazioni.
Questo si intuisce dalle poesie iniziali di questo intenso discorso di Anna Santarelli, che ci parla di donne sfruttate, di migranti irrorati “d’acqua e di lacrime”, dello “strazio continuo dell’anima” e dei lembi d’Africa che cercano ristoro al di là del Mediterraneo...
È una poesia d’amore, vibrante e che non può scalfire il cuore di quanti vivono in un quotidiano stato di tranquillità, di pace. La silloge si divide in due parti: Frammenti di storie ed Echi d’anima, ma gli orizzonti sono gli stessi, ossia l’invito a guardare al dopo cercando di superare quella “pronunciata silenziosa inquietudine” del non essere riuscendo, in qualche modo, ad “assaporare l’aria pungente” di un mattino d’inverno e ad “avvertire il fuoco / inedito che anima il giorno”...
Amare: questo è l’invito di Anna Santarelli. Amare donando e guardando in faccia anche chi ha un colore diverso della pelle.
Amare, perché vivere è già di per sé sinonimo di fatica e perché è sufficiente una stretta di mano per trasmettere certezze, speranza, gioia, profumi di spazi aperti...
Incontri, ricordi, stagioni vissute, routine, omaggi, momenti di luce arabescata... diventano, così, un insieme di note che proteggono i piccoli-grandi sogni di ognuno di noi e abbozzano trame ed orme che, dalle ferite magari anche aperte, lasciano intendere che il disgelo è sempre possibile e che dalla terra brulla e da un cuore arido potrà sempre fiorire una rosa.
Va, dunque, oltre il muro del tempo Anna Santarelli con le sue immagini dalle tonalità calde e sostanziose. Una parola poetica, la sua, fatta di limpidezza e di armonia colloquiale, che si gusta con estremo piacere e che va ben oltre la frontiera del silenzio e non diminuendo mai il pathos e la consistenza di quel messaggio d’amore che la rende magneticamente attuale nella sua chiarezza espressiva."



Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:

DUTTILITà

Quando sfumano linee rette
si sradicano binari paralleli
evaporano pensieri costanti
si scorge un abbozzo di storia
 
E’ dall’informe che scaturisce
una forma, provvisoria labile
come soffio di vento, incarnata
nel tessuto dolente del giorno
 
E’ nell’impasto che affondano
le mani, si lavorano i corpi
e le sostanze, il tempo si piega
ma non spezza il suo cammino
 

Sotto la neve

Muore lentamente il giorno
nella coperta che tutto avvolge
una bolla di silenzio ci consegna
all’immobilità, azioni quotidiane
e ripetute inscritte in un cerchio
 
Al pari della neve ferita che muta
in fango, un sogno bianco a lungo
custodito in seno alla terra perde
la sua innocenza, un albero che 
anela primavera soffre e aspetta
 

Rosso

E’ rosso il cuore dei giorni
conosce la passione
l’ottimismo della volontà
sostiene il gioco di sguardi
il mistero della seduzione
 
Il cappotto che spunta
tra le brume è rosso
è quasi un’altra identità
vivido confine tra il sé
e l’altro, gioia di esserci
 
E’ rosso il colore del fuoco
della fiamma che avvolge
lacerti di pensiero, idee
e forme ormai consunte,
e dalla cenere risorge
 
 

Una visione

E’ un giardino privato
segreta fioritura d’anima
la cromia che prevarica
il disegno, di un sogno
la potenza che annulla
idee e pallidi pensieri 
 
Una visione sospesa
tra le pieghe del giorno
un affaccio gioioso
su un’anonima strada
 
Si fa presenza il segno
a incidere lo spazio
a germogliare il tempo
in una vivace fantasia
 
 

Biografie

Biografie si dispiegano, ritratti
affiorano, punti di contatto,
linee tangenti all’unico cerchio.
Profili di vita s’annunciano
narrazione imperfetta fonde
grigi spessori e rilievi di colore
geometrie di pensiero e lembi
di sogno in alchimie di piani.
Tessere del tempo, statiche,
sfuggenti, nel grande racconto
metropolitano, storie percorse
da intenzioni e desideri assopiti,
pronte a risorgere dalla polvere
di giorni anonimi e scontati. 
 
Stagioni del cuore vibrano sotto
le sciarpe di nebbia, nel giglio
che s’affaccia umile spontaneo
tra l’erba, al passo delle foglie
sospinte dal vento d’autunno.
Sottili fremiti dell’anima, ansie
lievi di luce, aliti di nostalgia
e rese, nell’arco di un ventaglio
già spiegato, nelle increspature
di storie ancora in boccio.
 
 

Viaggi

Viaggiare in uno spazio circoscritto
eppure senza confini: siamo laguna
circondata da terraferma, aperta
al sogno del mare. Ogni istante
compone l’acqua la sua musica,
mai identica a se stessa, e muta
nel divenire della luce, all’agguato
di una nube, nella malia della luna.
 
Nulla è fermo, dispiega il tempo
mille ormeggi, ogni ora squarcia
il velo del tedio e dell’attesa
di pensieri futili e propositi vani
e prosciuga questo acuto senso
di decentramento che ci sospinge.
Altre dimore s’affacciano alla vista
altre storie di dolore e d’amore
di paura e di coraggio, alfabeti
nuovi e geografie del cuore.
 
 

Ritagli di verità

Monocorde, il tempo trascorre
e si dilata in umido manto
soggioga i campi, trafigge la città.
In cantilena d’ore, rari sussulti
ovattati pensieri, passi lenti:
è uno stato di abbandono, la foga
della luce che annienta ogni filo
d’ombra e invadente si incunea
nelle maglie segrete del cuore.
 
Poi si nasconde il sole e il manto
s’ingrigisce, anche l’estate scopre
il suo lato triste: all’immobilità
ci costringe, al nostro resoconto,
mentre fissi parametri riproducono
i medesimi gesti e pensieri triti,
quasi vuoti, affollano ore dimesse.
Quest’afa lascia tra le mani
pochi ritagli di sofferta verità.