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Caropreso Achille: è nato a Bologna il 26 luglio 1949. Laureato in Scienze Politiche presso l'Università degli studi di Perugia, ed in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Macerata, vive a Modena dal 1976, dopo lunga permanenza a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. E' autore di tre raccolte di poesie: “Da Via Bezzecca a Piazza Grande”, Modena 2005 - 2006 ; “Il corridoio”, Modena 2007; “A l Bacio dell' onda”, Modena 2009. Ha partecipato a vari concorsi, tra i quali:
- Concorso letterario Essere o sentire, edizione 2008 , indetto dal Comune di Finale Emilia. La poesia Giovani donne degli anni Trenta è stata successivamente pubblicata nel volume anch' esso dal titolo “ Essere o sentire”;
- Finalista al Concorso letterario Profumo d' antan , edizione 2008, indetto dall' Associazione culturale Carta e Penna di Torino, con successiva pubblicazione delle poesie con cui vi ha partecipato;
- Menzione d' onore al Concorso letterario Onde d' arte in versi per l' Abruzzo, indetto dall' Associazione culturale Carta e Penna di Torino e dal settimanale Specchio dei Tempi, edizione 2009.
- Vincitore – sezione poesia – della selezione editoriale promossa dall' Associazione culturale “ Carta e Penna “ di Torino, per la pubblicazione gratuita della silloge poetica Il corridoio.
L' opera Al Bacio dell' onda era presente al Salone del libro di Torino, edizione 2010, presso lo stand espositivo dell' Ass. culturale “ Carta e Penna “ di Torino.
È in corso di stampa Il sugo della domenica, primo lavoro in prosa dell' autore
 

Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:

VORREI CON TE

… Tornar
su quella spiaggia
ove al sol ardevan
sensi, ragione e sassi;
soli,
tra mare, cespugli
e pietre.

Lì stressammo
i nostri giovanili sensi, e
vibranti
sfidammo
la falsità del mondo.

Modena, 10 agosto 2010


LE MIE MARCHE

Sobrie ma calde case
in mattone,
han la porta
con l'archetto;

chiese, campanili,
bronzee fontane
zampillanti acque
del nevoso Appennino;

piazze, musei,
libri ed arte,
poesia, musica,
dame e cavalieri;

grano – ancor – e ulivo e vite
tra afre palme, oleandri e girasoli;
reti, pesca, lavoro,
donne in perpetuo lutto.

Lontano il mare
azzurro e verde,
a volte grigio:
lui tutto ama ed abbraccia.

Modena, 20 marzo 2012


AL BACIO DELL'ONDA

Spiaggia vedesti,
lì, “ Al Bacio dell' Onda”:

giovani,
nudi,
e procaci corpi;
di torrido sole
ed impulsivo amor
vibranti.

Ora
la terra
in pietà e silenzio

fredda li abbraccia.

Modena, Giugno 2006 – Gennaio 2008


L'ONDA

Onda,
nasci silenziosa
e la riva frangi:
poco a poco.

Lamenti
ancor
il tuo dolor silente:
piangi,
singhiozzi.

Muori,
in fin,
sulla battigia:
in doloroso sospir

affranta.

Modena, 31 Agosto 2008


AD UN BAMBINO SOMALO

Ho visto
i tuoi occhi:

gli occhi
di un bimbo,
tra le ossa

della madre.

Modena, autunno 1992


L’ADDIO

È l’ultima
volta,
mamma, papà:

vedo
il viale,
il faro,
questa luna.

Il cuore farà
ciò che l’occhio
non può.

San Benedetto del Tronto, agosto 2002


LE MANINE

Manine alte,
nel cielo:

un sorriso,
un saluto;

nel cuore
la disperazione.

Modena, agosto 2006


LA SOGLIA DEL MIO GIARDINO

Qui,
sull’ annosa soglia
del giardino
ancor:
chiudo la porta.

Anche ‘sta sera
ci son le stelle.

Modena, inverno 1997


IL PECCATO

Peccato, perdono
perdono, peccato
peccato, perdono:

Cristo,
che voglia d’instupidirmi
lì,in faccia a quella goccia che
misteriosamente
frange la pietra.

Modena, settembre 2002




Con Carta e Penna ha pubblicato:

IL CORRIDOIO

Copertina libro
Dlla prefazione dell'autore: Il corridoio – sempre quel corridoio in perenne penombra - è stato per alcuni anni un sogno, anzi un incubo: il luogo stretto e semibuio da me attraversato tra scaffali di libri impolverati che coprivano le intere pareti, salottini con poltrone anch’esse impolverate, di velluto sbiadito, seminascoste in grigie rientranze; così per metri e metri: avete presente le immagini di L’anno scorso a Marienbad ? (Alain Resnais, 1961)
Mano a mano che mi avviavo verso quella che ritenevo essere la fine del corridoio, iniziava, però, un disordine inspiegabile: i libri si ammucchiavano dinanzi a me, le pareti si stringevano sempre più, cumuli di mattoni mi impedivano di avanzare, e così - in mezzo a tanto disordine - non potevo raggiungere la fine del corridoio, la mèta. Un incubo, dicevo, sino a quando un amico psichiatra, al quale rivelai il frequente sogno, me ne spiegò il significato: era - quell’incubo - la reazione dell’inconscio alle frustrazioni che hanno costellato la mia vita. Che poi il benedetto corridoio fosse oniricamente ed alternativamente collocato in un austero ma decadente palazzo di Milano o Bologna, penso che al lettore non interessi più di tanto o, forse, lo comprenderà intuitivamente. In seguito al colloquio con l’amico psichiatra, quel sogno non è più tornato: definitivamente morto oppure soltanto nascosto, come un virus, non però nei gangli dell’organismo bensì in qualche meandro della psiche. 
Il corridoio, quindi, come metafora della vita: un inizio, un avvio di solito luminoso e ricco di speranze. Procedendo accade che la luce si faccia flebile, spenta; giunge filtrata da scuri, tende spesse e pesanti, e più non scalda. La polvere si addensa intorno e su di noi; fortunatamente, piccoli salottini laterali consentono il riposo, offrono un sollievo alla fatica di vivere. Quando si riprende il cammino è già trascorso tanto tempo ed il corridoio è sempre più stretto; sul pavimento si accumulano oggetti di inciampo e allorché arriviamo al punto che riteniamo essere la fine del corridoio… siamo sicuri di essere arrivati proprio alla fine, alla luce, oppure è quello soltanto il punto massimo cui siamo stati capaci di giungere con le nostre povere forze?
Le poesie che seguono descrivono il corridoio della mia vita, tra luci soffuse ed ombre. Non ho altra pretesa.
 
L'autore ha vinto la pubblicazione di questo libro vincendo la selezione editoriale indetta dall'Ass. Cult. Carta e Penna nel 2009.

Per contattare direttamente l'autore scrivi a caropreso@hotmail.it