Bagnoli Roberta:
nata a Firenze il 28/05/1955. |
Per i lettori di Carta e Penna ha scelto:
DEL VENTO AMO IL SOFFIO |
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Del vento amo il soffio
che audace porta lontano
sulla riva frastagliata,
dal mare erosa,
vaga incertezza
e incontenibile rabbia,
come pungente sabbia rosa.
Domani al primo raggio
di vivida aurora, da sola,
tornerò sulla spiaggia
a raccogliere quel che resta
della passata sfuriata.
Finalmente vedrò quanti granchi
trasportati dall'incredibile mareggiata,
teneramente stretti e stanchi,
avvinti al duro scoglio della vita,
sono rimasti perfetti e franchi. |
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ALL'AMORE |
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All'amore
che non hai avuto
e che adesso speri di riversare
in asciutte zolle.
All'amore
che ti fa partire
barchetta vuota di remore
nel sospirato mare, al vento.
All'amore
che ti ha fatto abbracciare
l'insopportabile croce.
All'amore
che ti fa spezzare il pane
nel nome del perdono.
All'amore
che ti rende fresca nuvola in fiore
pronta a germinare semi di pace.
All'amore
vale la pena dedicare
ogni respiro, ogni istante,
ogni lacrima, ogni sorriso
per dare un senso
alla nostra inconcludente corsa. |
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L'ANIMA STUPITA |
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E' gonfia, aperta,
troppo manifesta
nell'essere la ferita.
Geme all'inizio
nel vagito liberatorio
del pianto,
fiorisce sublime
nell'arco della vita
in gemme pruriginose di desideri
e in cascate fluide
di sogni e di dolori,
svanisce improvvisa
nell'inevitabile respiro
di morte:
tornerà a ricomporsi
nella bianca luce,
si faranno splendide cicatrici
le rosse piaghe,
come il costato di Cristo
sarà velo candido,
di risorto amore,
l'anima stupita. |
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CANTO DELL'ANIMA COMPRESO |
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Immobile senza poter
sfiorare il suol natio.
E non guardarmi con occhi
indifferenti, né pietosi
semplicemente offrimi
silenzio urlante
d'amore e comprensione.
E se vuoi fare qualcosa
combatti per rendere
più agevole il mio cammino,
consono alla vita
che mi trovo in sorte,
per favore senza barriere odiose
ho già da convivere
con troppi, infiniti limiti.
In fondo siamo nati tutti liberi,
qui nella stanza invisibile,
indigesta di dolore
la libertà ha il prezzo
di un'alata carrozzina;
quando sono stanco
chiudo gli occhi,
mi piace sognare e….
sento che due mani calde, possenti
mi sollevano e mi portano lontano.
Ho bianche ali adesso
leggero come mai sono stato
volteggio sereno e respiro
aria profumata di stelle.
Al riparo del tetto blu immenso
lascio svanire lacrime, ansia e dolore;
sono indifeso, completamente arreso,
nel canto dell'anima, compreso. |
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CAREZZE COME BROCCHE |
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Carezze come brocche
colme d'acqua chiara
hai versato di passaggio
sulla riva incantata del cuore;
si è sciolto il tempo in respiri
di vivida speranza,
in attimi eterni di placido,
infinito amore.
Ha smesso il vento di spirare
canto funesto di atroce disfatta,
ha smesso il mare di urlare
pianto di anime abbandonate
su zattere senza futuro,
ha smesso la terra di sotterrare
il pane spezzato della pace. |
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FELICITà SOFFERTA |
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E si chiuse il chiavistello
dietro le mie spalle.
Una suora piccola e arcigna
mi spinse in fondo al corridoio,
fioca luce e sbarre consumate
alla finestra.
Tu stavi raggomitolata
dicevi di non riconoscermi
rifiutavi il contatto
volevi proteggermi,
volevi che fuggissi di scatto,
io che potevo farlo
non ti ho ascoltato.
Piangevo senza lacrime
ma di te ricordo tutto
madre senza più identità,
madre senza colpa
se non quella d'avere
l'anima avvolta nel mare
oscuro del dolore,
dolore che non ti faceva
intravedere nessuna luce
in fondo al tunnel ovattato
di stupidi tranquillanti.
Troppo tempo è passato
ma il ricordo non mi ha lasciato,
torna violento nella giornata
squassata dal vento,
torna e mi dà la forza
di sbiancare le parole
per continuare a scrivere
per continuare a vivere.
Piangevo senza lacrime
ma di te ricordo tutto
madre senza più dolore,
senza più paura adesso.
Sono riuscita a varcare
il vergognoso cancello,
ce l'ho fatta per te;
che ti raggiunga e ti dia respiro
il canto della figlia ritrovata
nell'innata sensibilità
e che della tua fragilità
continua a farne la sua forza,
continua a farne
la sua sofferta felicità. |
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IL MORSO DELLE STELLE |
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Vorrei stare sospesa
immobile nel cielo
aggrappata al cirro di porpora
ed aspettare che svanisca il sole,
che vada sereno
a irraggiare l'altro emisfero,
che venga l'obliata notte
a riposare il cuore!
Forse nel vuoto assoluto,
nell'intervallo di stupenda luce
tra una costellazione e l'altra,
si svelerà il volto vero,
il volto d'amore di Dio.
Si placheranno all'istante
vento, terra, fuoco e mare.
Cesserà il tedio
di consumare il corpo.
Cesserà lo struggente,
famelico morso delle stelle
di divorare il cuore. |
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NELL'ARIA |
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Sospesa nella spirale del tempo
cerco la dimensione naturale
che dia respiro all'anima
al di là dell'effimero orizzonte.
Come l'eremita cerco la vetta
attraverso il cammino impervio e ignoto,
ma so che il silenzio
è lievito prezioso per il cuore
e l'infinito è giaciglio
di quiete per l'anima.
Vive di sangue e di acqua il corpo
ma senza luce sarebbe un buco di vuoto.
Rimango in ascolto
nell'aria canta l'aurora lontana,
nell'aria risuonano i passi solitari
dei monaci impietriti nei chiostri,
nell'aria si nasconde il mistero
del tempo immutabile.
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SPIGHE DI LUCE |
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Vorrei pioggia fresca d'amore
che aprisse la terra come bianca ferita.
Vorrei grandine di felicità
che sciogliesse il gelo del cuore
in risa di gioia.
Vorrei che tornasse il corpo di Cristo
a germinare semi di pace
come spighe di luce. |
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SOFFERTO EFFLUVIO |
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Immersa nel sofferto,
candido effluvio
lascio andare la penna
alla ricerca di un tempo migliore
ove il cuore immerga le dolenti radici
e torni lucente
a cantare la speranza
che adesso si nasconde
nota scomposta, velata
sul freddo pentagramma della vita.
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L'ANIMA DEL POETA |
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Sei poeta
non ho detto medico,
né insegnante, né operaio.
Ho pronunciato
infausta parola:
poeta,
cantore del tempo
che spendi in sospirati spiccioli,
felice e consapevole
del tuo ingrato destino.
Sei polso fremente della terra,
attento ne tratteggi sottili venature,
sei interprete analitico, sensibile
degli umori incomprensibili dell'anima,
dei suoi impossibili voli
ne fai piuma corposa,
t'illudi di salvare il mondo,
alla fine ti contenti di offrire
una semplice stanzetta con vista
sull'immacolata, incresciosa
e scomoda vetta. |
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L'ANSIA DEI MUSICISTI |
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Nel pomeriggio afono di voce
ricerco con vigore la chiave di volta
che mi lasci nel cuore tocco lieve
di sublime amore.
Tornerà l'equilibrio
nella stanza della musica
sarà melodia di sangue innamorato
che schizzerà improvviso sulla carta
e imbratterà il pentagramma di stupore
nel dolce fragore di note sciolte al sole.
Si accompagneranno le ore stonate
al fiato degli ottoni lucidati,
ci sarà posto per tutti su nei loggioni
e giù in platea danzeranno giovani emozioni,
si scioglierà l'ansia dei musicisti
negli applausi prolungati di calde mani.
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L'UMORE BALLERINO |
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Nella stanza della dolorosa memoria
percepisco ogni reale distanza,
le nuvole sono basse,
plumbee nel cielo,
presagio di cattivo tempo,
l'umore è ballerino,
come la scarpetta appesa al chiodo,
impaziente di schizzare in alto
per poi ricadere repentinamente a terra.
Quanta fatica costa stare in equilibrio,
quando senti che i piedi, lentamente,
scivolano via sotto la sabbia
alzata dal vento. |
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GLI ANGELI DI SCAMPIA |
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Sono angeli senza ali per volare
hanno piedi stanchi, legati
dal laccio delle pesanti siringhe.
Non camminano
si strascicano
e al riparo dello sporco muro
aspettano il lurido ago
per provare a sognare,
ma nel sogno non trovano
nessuno a tenerli fra le braccia
solo il livido buco nero
che ogni volta più famelico
sottrae loro respiri, giorni,
anni di vita preziosa.
Sono angeli,
angeli che si sono persi
in cerca del cielo
che cielo non è,
è solo pozza di fango e sudore.
Chi lascia in regalo la dolce morte
ha il volto dell'invidioso usurpatore
che con ogni trucco cerca
di vincere l'eterna battaglia.
E' nato per illudere e oscurare
anime sole, disperate,
più fragili delle altre.
Che arrivino frotte di arcangeli a Scampia,
che arrivino spade lucenti
a rischiarare il volto dell'amore,
che almeno una volta
trionfi la vita a Scampia.
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Per contattare direttamente l'autrice scrivi a recence@aliceposta.it